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14 L’angoscia: affrontarla con il cuore giusto

Mediazioni che salvano. Dai tatuaggi a Capograssi, le soluzioni  azteche,  cuori aperti,  la nostra attenzione, l’arte di Bianconi,  il rischio delle catastrofi

Mai nulla di splendido è stato realizzato se non da chi ha osato credere che dentro di sé ci fosse qualcosa di più grande delle circostanze (Bruce Barton)

vivere di ora in ora (S.Giovanni XXIII) 

La ricerca di mediazioni. (aggiornamento 11 ottobre  2023) L’ansia è protagonista di molte vite…  i beni materiali, le comodità  e la facilità della comunicazione ci hanno reso più vulnerabili e insofferenti. Arriva con una certa progressione fino a trasformarsi in angoscia, talvolta asfissiante.  A quel punto non importa quanti beni abbiamo perché si sente che la vita nel profondo è in pericolo e anzi, proprio la presenza di beni che potrebbe agevolare, rende insopportabile le avversità. Tra i legali l’ansia si avverte particolarmente quando ai problemi oggettivi della vertenza si sommano le difficoltà di comunicazione con il cliente che non percepisce il peso delle sue decisioni e le difficoltà ad essere pagati, talvolta abbinati a strette morse su problemi personali. Per tutti l’ansia si acuisce quando ai problemi di lavoro si aggiungono a quelli personali e questi, come le malattie, sono i più impegnativi. L’ansia può diventare angoscia. La via più praticata per affrontarla è spesso il rinvio o la fuga nell’apparenza e nella superficialità. Tuttavia proprio in questi ambiti si trovano simboli che appaiono incomprensibili se la vita fosse solo un problema estetico. Ci sono cuori  complessi, tatuati anche sul corpo di qualche influencer come Giulia De Lellis. La mediazione che salva è quella riferita a figure che sanno andare oltre la vita breve delle nostre belle figure.

Vediamo cosa ci può essere dietro, tra filosofia, storia, letteratura e spiritualità…

Anche in Nietzsche c’è l’invocazione di un’immagine decisiva:

“Tavola di eterne figure! Tu vieni a me? – Ciò che nessuno ha scorto, la tua muta bellezza – come? non fugge davanti ai miei sguardi? “

Certe immagini arrivano al cuore dell’uomo e ne contengono il segreto. Lo rivela il filosofo Giuseppe Fornari nel suo libro con Renè Girard Il caso Nietzsche e nel suo libro Origine dell’Occidente

Il grande filosofo del diritto Capograssi delinea una prima soluzione: “Stiamo tutti in questo buio cammino del pensiero, cioè della vita; viandanti nella notte: e ci dobbiamo aiutare reciprocamente: io poco posso aiutare ma insomma quell’aiuto che consiste nel partecipare all’ansia dell’altro posso darlo, e debbo darlo” (Capograssi Pensieri dalle lettere, Roma 1958, Studium p.75). Ma non è facile trovare un alleato. Ognuno è immerso nei suoi problemi con poco tempo a disposizione. Peraltro è innegabile  che lo  stesso egocentrismo  moltiplica l’ansia e  la rende  micidiale, al contrario dare un suggerimento ad un’altra persona rafforza anche  anche chi aiuta. Direbbe la grande scrittrice americana Flannery O’Connor: “La vita che salvi può essere la tua”

Nella storia dell’umanità ci sono soluzioni collettive: un popolo davanti all’angoscia  la arginava in modo  particolare placando la divinità. Gli aztechi usavano i sacrifici umani.

Erano  fatti dal sacerdote che con un coltello di ossidiana estraeva il cuore pulsante della vittima predestinata e cercava di arginare una divinità implacabile: strappando il cuore di un’altra persona, la vittima, ad uso e consumo del carnefice che sperava in questo modo di garantirsi un futuro… Poi vennero gli spagnoli e in genere a riguardo si ricordano, con la mentalità di oggi, solo certi soprusi di allora.

“All’arrivo degli Spagnoli gli aztechi attendevano dei visitatori divini che li liberassero dal giogo dei sacrifici umani. La  profezia  si è effettivamente avverata, anche se in maniera deplorevole vista la violenza di tanti colonizzatori indegni della religione di cui erano gli inconsapevoli portatori, violenza spesso arginata soltanto dall’opera dei missionari. Con  questa doverosa precisazione ha comunque qualcosa di emozionante il momento in cui i primi Spagnoli hanno proibito nella capitale degli Aztechi i sacrifici umani mettendo, al posto degli idoli, l’immagine di Nostra Signora. Nel resoconto di Cortés questi idoli erano fatti con un impasto formato da grani e dal sangue delle vittime di cui era estratto il cuore ancora pulsante” (H. Cortés, La conquista del Messico, Rizzoli, Milano 1999, pp. 112-13) “(tratto e adattato da Fra Dioniso e Cristo di G.Fornari ).

In questa sostituzione (dall’idolo all’icona) intuitivamente si riconosceva una trasformazione nel ruolo della vittima. La  tenerezza di Maria, nel racconto evangelico  pronta anche a sacrificarsi pur di accettare suo figlio e il suo messaggio, ha dato la possibilità di riconoscere e spezzare il giogo dei sacrifici umani di altre persone e di avere salva la vita. Anche per questo si può meglio comprendere la festa religiosa dei Sacri Cuori, non solo  devozionalmente, a priori,  ma antropologicamente qualora si comprenda che siamo prima sempre in mediazione con un altra persona con cui entriamo in mediazione: il nostro modello o maestro(teoria mimetica). Si tratta della festa del (sacro) cuore del povero Cristo che muore in croce offrendo il suo cuore e la sua vita per gli altri e la festa del (sacro) cuore (immacolato) di Maria che rischia la sua persona perché Dio ed un’altra creatura si incarni tra gli uomini.

  Anche la festa cristiana rovescia l’antica festa, non contro e a spese di qualcuno (cui ” si fa la festa”) ma ricordando con riverenza le vittime innocenti: Maria e Gesù,  quelle che si offrono per salvare gli altri. Rovesciano e rivelano dall’interno, dall’inferno (che se necessario  subiscono per amore) il meccanismo del capro espiatorio, occupano il posto del capro ma con un nuovo spirito, quello che ne sottolinea l’innocenza, e nell’impotenza, la rivoluzionaria offerta di se stessi pur di salvare gli altri. Qualcuno dirà che la Bibbia non parla di capro espiatorio per loro. In realtà usa un’immagine molto più acuta che ne sottolinea l’innocenza e l’impotenza: l’agnello di Dio (Renè Girard).  In questo modo, per una nuova e continua possibilità dell’incarnazione dello Spirito di Dio, tutte le situazioni più dolorose di impotenza   (Giuseppe Fornari), anche se prima sono state colpevoli,  trovano, nella preghiera o in altre forme di comunicazione, anche  rituale (es. la santa messa), una possibilità di condivisione in chi ha percorso fino in fondo lo stato della vittima innocente. In questo ambito uno dei migliori comunicatori , Don Luigi Maria Epicoco, scrive a giugno 2023: “ L’Eucarestia è la possibilità che Gesù ci dà di portare la vita insieme con Lui. Solo così essa si alleggerisce, e torna ad essere pienamente umana. Senza Eucarestia siamo solo degli schiacciati in cerca di capri espiatori”.Il giurista Carl Schmitt anche per questo  vede lo sviluppo umano legato a “sacrificio e fortificante impotenza”

Questa offerta del cuore  si comunica a livello intellettuale ma la comunicazione è più efficace quando ne facciamo esperienza, quando  i meccanismi umani non funzionano come vorremmo  o sono rivolti contro di noi… Quando siamo persecutori imperfetti  o vittime inermi… E allora si può comprendere il bisogno di un cuore più grande, capace sempre di accogliere le nostre persone con i nostri limiti, cercando il significato di quello che viviamo, anche nell’alleviare l’angoscia degli altri, che non si è soli…  Il significato di quei cuori parla ai nostri e, in qualche modo,  queste  presenze resistono nel tempo accanto a noi e  si pongono in relazione con la parte più interna di noi stessi, quella che soffre di più, con le sue ragioni, quelle che la ragione non conosce (Pascal)… Allora il cuore parla al cuore Cor ad cor loquitur (J.H Newman).

Si delineano due tipi di sacrifici.  Esiste il sacrificio umano di tipo pagano: una persona nelle sue difficoltà, pensando di uscirne, strappa il cuore di un’altra persona, dalla vittima, a suo uso e consumo… Come capitava nelle piramidi azteche. Potrebbe corrispondere alla rimozione unilaterale di una persona sul piano dei rapporti personali oppure, sul piano  professionale,  allo sfruttamento nel rapporto tra  cliente avvocato,  nelle due direzioni possibili. Sono situazioni da cui in certi momenti di crisi difficilmente siamo esenti ma si può esserne consapevoli e cercare di attenuarle cercando da un lato di vedere il volto di chi potrebbe essere la nostra vittima, d’altro lato il volto di chi ci accoglie. Esiste  anche il sacrificio cristiano, un autosacrificio per amore: una vittima,  al momento necessario, offre il suo cuore a beneficio di altre persone, anche umanamente  imperfette. Potrebbe corrispondere al sacrificio di chi per amicizia sopporta certe intemperanze dell’amico senza farle troppo pesare. Ci sono state persone che davanti ad una situazione di impotenza hanno offerto la loro situazione sul modello del loro Maestro, come Margherita Maria Alacoque (fondatrice della devozione del Sacro cuore di Gesù) e Marthe Robin, una mistica capace di vivere 50 anni senza mangiare, bere o dormire. Marthe pur vivendo al buio  è stata capace di dare grandi visioni per le persone  e sottolineare particolari adatti  ai tempi più difficili. Poi in molte relazioni, anche legate ad un incidente di percorso,   questa offerta sacrificale della propria vita si realizza a vantaggio di altri, anche senza la piena consapevolezza dell’offerente (ad esempio da parte dei genitori verso i figli o di alcune persone verso altre più deboli come Cicely Saunders fondatrice dell’hospice per malati terminali) e della sua appartenenza di fatto ad una tradizione religiosa. 

Sul piano dei rapporti professionali: il sacrificio offerto è la risultante del mutuo riconoscimento del contributo tra cliente e avvocato. Poi tra gli estremi ci sono tante zone intermedie ma con il giusto spirito si può cercare di soffrire e offrire nella direzione giusta, Ma prima bisogna rendersi conto di avere ricevuto molto, un discorso religioso che oggi attraversa i discorsi di tutti coloro che si occupano di formazione (nel link al minuto 19 ), alcune persone hanno creato le condizioni perché si generasse la nostra vita e la nostra esperienza da cui, a ben vedere, riceviamo ancora molto. La gratitudine  è il punto di partenza sia per un buon manager sia su quanto resta per sempre.  Qui al  cuore della gratitudine  sono convergenti con questo blog le affermazioni di Epicoco di giugno 2023.    Per chi non crede nella teologia cristiana i doni sono una casuale, immeritata  fortuna.   Ma resta la constatazione che siamo comunque in mediazione, debitori di altri. Per chi crede all’origine di tutto c’è l’incondizionato, amore del Padre sceso nella nostra vita . Per tutti molti doni come la vita e i suoi valori sono il frutto di esperienze relazionali che hanno consentito a certi valori di attraversare le nostre esperienze, ne sono diventati il nostro nucleo più essenziale, in parte immeritato, in parte scelto. Il cuore ha parlato al cuore e può continuare a farlo. Questi  doni potranno essere trasmessi non solo per dovere ma soprattutto per realizzarli veramente nella loro pienezza.

Mai nulla di splendido è stato realizzato se non da chi ha osato credere che dentro di sé ci fosse qualcosa di più grande delle circostanze (Bruce Barton)

Qualcosa più grande allora si attiva nella relazione di un cuore aperto: cor ad cor loquitur.

La formula moderna mi arriva dall’artista, vicino al mio studio,  Andrea Bianconi ed è tratta da un suo libro Diario di un pre – carcerato, a cura di Giuseppe Frangi, esperienza artistica dentro il carcere di S. Vittore a Milano

La mia performance, per viverla nelle sue migliori potenzialità, per attenuare l’ossessione e la dipendenza dal tempo   va considerata nel suo valore verso l’altro, “per te”. E questo ci libera dall’ego”, sviluppando una personalità nuova, non ripetitiva, anche incalcolabile, esito relazionale” You and myself”(titolo dell’opera biografica di Bianconi che illustra il suo divenire comprensibile solo a chi  interagisce con lui). Da qualche altra parte avevo letto: “a due a due” (Mc.6,7)

Inoltre sviluppando la potenzialità,  oltre il pensiero di Andrea Bianconi e del curatore Giuseppe Frangi, la performance ha un’influenza su  tutti, la soddisfazione e il compimento  genera ulteriori possibilità, ulteriori performance.  Anche quando l’oggetto artistico accoglie lo spettatore come nella sua poltrona

Per ridurre l’ansia quindi bisognerà cercare di avere consapevolezza dei drammi altrui e saper ridimensionare i propri, riscoprire la presenza dei propri doni e interagire con quelli degli altri mettendo  la facoltà di attenzione  su quanto è soggetto e oggetto delle nostre relazioni  e del  nostro lavoro.

Come suggeriva Cristina Campo:

“ogni errore umano, poetico, spirituale, non è, in essenza, se non disattenzione. Chiedere a un uomo di non distrarsi mai, di sottrarre senza riposo all’equivoco, alla pigrizia dell’abitudine, all’ipnosi del costume, la sua facoltà di attenzione, è chiedergli di attuare la sua massima forma. E’ chiedergli qualcosa di molto prossimo alla santità in un tempo che sembra perseguire soltanto, con cieca furia e agghiacciante successo, il divorzio totale della mente umana dalla propria facoltà di attenzione” (C. Campo, Attenzione e poesia [1961], in Gli imperdonabili, Milano, Adelphi, 1987).

Un episodio esemplare di questa attenzione si è avuto da due statisti che sono riusciti a fermare l’olocausto nucleare durante la crisi della Baia dei porci a Cuba: Kennedy e Chruščëv. Importante fu l’intervento anche di Papa Giovanni XXIII. Il  Il 24 ottobre inviò un messaggio all’ambasciata sovietica a Roma per essere trasmessa al Cremlino in cui espresse la sua preoccupazione per la pace: “Noi chiediamo a tutti i governi di non rimanere sordi a questo grido di umanità e di fare tutto quello che è nel loro potere per salvare la pace”.[27] *La situazione si ripete nel 2022 e 2023  in Ucraina. Il16 giugno 2023 i notiziari ci parlano dei tentativi di pace da parte dei politici africani. (Il mese di giugno ha mostrato varie sorprese nel mondo della storia. il 24 giugno 2022  le cronache lasciavano trapelare la storica sentenza della Corte Suprema americana inerente il posto più pericoloso al mondo: il ventre di una donna, eh sulla tutela del nascituro.)

Giovanni XXIII è autore di una frase che aiuta ad affrontare l’angoscia: “vivere di ora in ora”. L’attenzione così concentrata e attiva verso il bene degli altri non è esaurimento ma la nostra pienezza. Allora sarà possibile lasciarsi attraversare da questo nucleo di verità e carità che diventa il fondamento segreto della nostra vita e della nostra professione, dell’unica giustizia che, da difensori, possiamo praticare e vivere. Lì, nel bene più grande è già la ricompensa (1’20 video Spy game). In questa visione che  tende ad una bellezza piena di significato, che implica anche fatica e pazienza, potrà essere la migliore portabandiera. La nostra vera pace.

temi: angoscia, ansia, Capograssi, Newman, agnello di Dio…

stato del post: bozza in pesante ristrutturazione, articolo molto denso

giorno o momenti: Sacro Cuore di Gesù (24 giugno 2022, 16 giugno 2023) e di Maria (25 giugno 2022,17 giugno 2023); quando si parla dell’agnello di Dio… 19 agosto: S.Giovanni Eudes, appassionato apostolo dei cuori di Gesù e Maria; S.Giovanni XXIII(11 ottobre); 12 dicembre Madonna di Guadalupe

Qui un video sulla possibilità di essere in comunione, anche inconsapevole, con quei sacri cuori, capaci di dare un senso e compagnia al nostro dolore:

Una scena dal film “Soul surfer” per riaccendere la speranza

*

Pur non essendo stati ancora pubblicati i documenti dell’Archivio Vaticano, è probabile che il messaggio del Papa fu affiancato da iniziative della diplomazia vaticana nei confronti del cattolico Kennedy e sull’Unione Sovietica, per tramite del governo italiano[28], presieduto dal democristiano Amintore Fanfani. I sovietici, infatti, fecero pervenire subito dopo due differenti proposte al Governo degli Stati Uniti. Il 26 ottobre offrirono di ritirare i missili da Cuba in cambio della garanzia che gli USA non avrebbero invaso Cuba, né appoggiato un’invasione. La seconda proposta venne trasmessa da una radio pubblica il 27 ottobre, chiedendo il ritiro delle testate atomiche americane dalla Turchia e dall’Italia[29] (36ª Brigata aerea interdizione strategica). Poiché in quella stessa mattinata, nella capitale degli Stati Uniti, era presente Ettore Bernabei, uomo di fiducia di Fanfani, già con l’incarico di consegnare al Presidente Kennedy una nota del governo italiano con la quale si accettava il ritiro dei missili dalla base italiana[30], non è improbabile che la mediazione diplomatica sia stata abilmente concertata tra il Vaticano e Palazzo Chigi. Nel tempo è emersa, dagli abissi,  anche un’altra verità, complementare: dopo vari errori i tre leaderriuscirono in qualche modo ad uscire dalla crisi ma fu decisivo, per salvare il mondo, oltre alla mediazione del Papa la resistenza di un uomo sconosciuto. Il vicecomandante russo, Vasili Arkhipov, da un sommergibile russo: in dissenso contro gli altri due comandanti si oppose a far partire un missile nucleare. Era consapevole degli effetti disastrosi, anche a catena ma riuscì a resistere, pur essendo in minoranza tra i 3 ufficiali a capo del sommergibile nucleare. Così si salvò il mondo

https://www.vanillamagazine.it/vasili-arkhipov-l-eroe…/

 

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