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35. “Buon Natale”: un’originale ipotesi di significato

con Leonardo da Vinci, gli avvocati Carnelutti, Capograssi ed il meglio di Holywood

 

Vera gioia è vestita di dolore (A.M. Ortese)

(aggiornamento 25 dicembre  2023)

Gli auguri natalizi  sono espressione di cortesia e affetto, spesso di benevolenza ma non sempre sono ben accolti. Persone ferite  vedono negli auguri un corpo estraneo. Persone che hanno nascosto il loro passato li lasciano scivolare in superficie. Altre persone li vedono una crema appiccicosa che non risolve i loro problemi  ma li accosta  a situazioni ideali magari invidiate anche se poi  da vicino queste situazioni ipotetiche non sono così attraenti. Anzi.

Per comprendere e ritrovare lo spirito del Natale e il senso di un augurio mi sembra interessante l’invito al  contenimento del dolore  effettuato con grande umiltà, quasi nel nascondimento, incompreso da Leonardo da Vinci in una delle sue più grandi opere: L’adorazione dei magi agli Uffizi di Firenze. Qui

http://www.agendagiusta.it/il-dolore-condiviso-nelladorazione-dei-magi-di-leonardo-da-vinci-e-nella-professione-dellavvocato-carnelutti/

nel volto nascosto di Maria mostrato ai raggi X e spiegato nel link si trova  questo riconoscimento – contenimento del “male”. Allora ritrova un pieno  senso il  “buon” dell’augurio, la prima parola  che caratterizza l’augurio natalizio.

Dopo questo riconoscimento è possibile cercare la liberazione dal peso del passato. Leonardo lo trova   nel vero e unico gesto sovrano dell’adorazione dei magi, quello del Divino Bambino

http://www.agendagiusta.it/il-peso-di-un-passato-violento-la-liberazione-secondo-leonardo-da-vinci-come-inizia-secondo-carnelutti-e-mandela/

Solo dopo aver riconosciuto e attenuato il dolore nell’amore l’esperienza del perdono l‘augurio di “Natale”, cioè di una rinascita  può riacquistare un senso. Può diventare un ricompreso invito ad accogliere la  rinascita di un significato trainante, di un amore capace di ridare un senso propositivo a quanto avvenuto che è oggettivamente male  ma può diventare l’occasione di un bene che lo supera e che può innervare il nostro presente, vivo anche in forza di questo slancio capace di liberare il passato. Esperienza e significato di rinascita, amore anche nel  perdono, sono gli elementi che caratterizzano  quello che il credente chiama Dio e  che, anche nella sua nascita ricordata a Natale,  nella relazione può permettere la rinascita dell’uomo. 

Allora  è possibile fare anche  discorso più approfondito sull’azione di  Dio.  Lo fa nel modo più alto il giurista  Giuseppe Capograssi, poi arrivando alla concretezza dell’azione umana. Ne scrive nel suo saggio intitolato La rivoluzione cristiana. Il discorso sarà di una complessità crescente  ma le coordinate appena indicate possono aiutare a capirne la profondità, nel  riconoscimento della ferita umana e   nella necessità del perdono.

Qui cito solo l’inizio: “Di fronte a questo mondo in decomposizione, straziato dal peccato e distrutto dalla morte, il Cristianesimo viene ad affermare la necessità di Dio”. Poi la narrazione diventa poetica e di una grande profondità filosofica. E riemerge la potenza dell’inizio del Vangelo di Giovanni:

“È l’Immobile che si muove, l’Impassibile che patisce, l’Infinito che si limita e l’Eterno che muore. La Somma Verità che Platone aveva certo intravisto sotto i veli della creazione e delle idee come divinità immobile, si è fatta nella visione cristiana azione, dolore, atto, movimento, vita. Si esinanisce, si umilia, si fa uomo e prova le prove umane, l’umano dolore, l’umana tentazione, l’umana morte”(Ebrei 2, 10-18; 4,14 e Romani 8,3)

Infatti il processo di riconoscimento del dolore e di guarigione dal peso del passato non è  umanamente  perfezionabile, per questo c’è bisogno di  Dio, un Dio che peraltro si serve, come mediatore, dell’uomo. L’azione divina è fondamentale, per questo si parla del suo peso, della sua gloria.  E vale per tutti qualora si intenda in Dio la pienezza dell’esistenza umana  che non può mai essere raggiunta ma in alcuni attimi si sfiora, specie se si lascia passare il perdono. La ricchezza del perdono, un gesto della vittima, è incalcolabile. E di recente in America il perdono ha trovato presenza nel cuore di un processo per omicidio: il video è sorprendente e commovente. Lo si trova in altro post: alla fine. Qui il link

Approfondimenti.  In questo discorso abbiamo citato due termini su cui sarebbe necessario un approfondimento: Dio e l’uomo. Si è appena accennato, in modo ipotetico ad elementi con cui si indica Dio: Ma c’è bisogno di approfondimento  filosofico e di una antropologia che  rielabori la genesi di uomo e Dio,  anche dal punto di vista  storico tenendo conto anche dell’influsso dell’elemento religioso.  In queste interconnessioni le categorie giuridiche della difesa e dell’accusa trovano un’inattesa e imprevedibile fecondità. Per comprendere meglio questa possibilità qui si può trovare qualche spunto nel seguente link ispirato da Renè Girard, il più grande antropologo del Novecento, nato proprio il 25 dicembre: http://www.agendagiusta.it/una-ragione-in-piu-per-il-giurista-vedere-la-vittima/

Aveva detto: ” la rivelazione è perdono”

Qui una delle opere più approfondite sulle dinamiche antropologiche e biografiche nelle opere di Leonardo Da Vinci. Il prof. Giuseppe Fornari  è ritornato poi sull’argomento  con La crisi del Rinascimento. All’interno di questi volumi ci sono riflessioni stupefacenti sul Cenacolo e l’Adorazione di magi di Leonardo. 

Video: Nei  film di Holywood il perdono assume un ruolo fondamentale. Non sono subito riuscito a trovare disponibile su youtube la scena centrale di Saving Mr Banks che è molto efficace, poi l’ho ritrovata nel sito sui videoclip dei film. Anche quella sottostante  è  carica di conseguenze. Nella scena seguente, tratta dal geniale sito che evidenza il potere dei film,  il perdono sembra derivare da un’altra religione  con immagini e riti che ne evidenziano la dinamica per la vittima che perdona. ( Ps sotto ulteriore dettaglio che contiene un dettaglio  da non vedere  per chi vorrà vedere The interpreter).

 PS spoiler: il meccanismo del  perdono è ben descritto, è atto della vittima. Ma i Ku non esistono e quella tribù, forse, neppure quella tribù che avrebbe adottato il meccanismo che dà alla vittima di scegliere tra potenza del perdono e vendetta, non è mai esistita. Secondo Hannah Arendt il perdono è opera di Cristo. Bisogna riconoscere comunque la potenza del cinema che ci ricorda la forza del perdono e (come mostra il film nel suo svolgimento, con Nicole Kidman) la  difficoltà di attivarlo concretamente.

Temi: Leonardo, l’atto che cambia la storia, il perdono, potenza del cinema in The Interpreter e Saving Mr Banks

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