da Leonardo, Carnelutti, fino all’aula giudiziaria
(Agg 10 aprile 2021) La scena nell’Adorazione dei magi di Leonardo da Vinci presenta uno scenario insolito. Dietro il bambino, Maria e un grande albero c’è il duello tra i guerrieri tra i cavalieri.
Anche nella Adorazione di Leonardo da Vinci qualcuno ne fa le spese ed è a terra quasi sotto i cavalli. 
Quella violenza retrostante nel tempo coinvolgerà anche gli spettatori che ora si volgono adoranti e stravolti verso il bambino. Quella violenza culminerà anche su Gesù divenuto adulto, sulla croce, capro espiatorio di una folla in tumulto. Il fenomeno coinvolge tutti.
Perché c’è agitazione e violenza in un dipinto generalmente rappresentato in modo pacifico?
Si respira il dramma della lotta e della rivalità tra le persone che in quel tempo coinvolgeva Firenze con la congiura dei Pazzi (1478): la famiglia di banchieri de’ Pazzi cerca di fare un colpo di Stato a Firenze. La rivolta arriva a uccidere Giuliano de’ Medici, poi viene repressa nel sangue da Lorenzo il Magnifico, rimasto ferito durante la congiura. Alcuni critici, consapevoli del clima che circondava Leonardo, hanno constatato che Leonardo nella sua Adorazione iniziata nel 1481, così originale nel suo dinamismo, rifletteva il dramma che aveva vissuto a Firenze. Leonardo fa memoria indiretta e riconosce la spirale pericolosa nella quale sono prese le persone quando inizia la violenza. Non a caso, nel diritto contemporaneo, si prevede l’attenuante dell’essere sotto la suggestione di una folla in tumulto (Art. 62 n.3 del codice penale)
Anche oggi, sotto l’influenza di una pandemia che ha concentrato l’attenzione solo su un certo modo di morire, anche senza arrivare alla violenza fisica è molto facile per ciascuno partecipare almeno ad una violenza morale. Si affaccia il problema di come uscire da questo gesto sbagliato che si è fatto. Il problema lo pone in maniera splendida la grande politologa Hannah Arendt. La grande pensatrice nel suo Vita activa riconosce la grandezza del solo perdono che può trasformare il passato e liberarlo da questa spada. La Arendt riconosce che si tratta di una novità che viene solo da Gesù.
Anche il grande avvocato Francesco Carnelutti esamina la differenza tra Giuda e Pietro: «Pietro non dice che non si puó tornare indietro… Il perdono compie il miracolo di far retrocedere il tempo…» (p. 82 e 83 in Figure del vangelo)
Nel dipinto di Leonardo Gesù bambino con gesto sovrano perdona il dono dell’incenso, simbolo anche rituale, liturgico del modo con cui la storia umana ha proposto di risolvere la sua violenza: il sacrificio.
Gesù per Leonardo sin dalla previsione della violenza illustrata dal dono dell’incenso riempie d’amore il sacrificio futuro, lo benedice e lo perdona come farà anche morente sulla croce nella resistente relazione con un Dio che chiama Padre. Secondo Papa Benedetto XVI questa è la rivoluzione del Dio fatto uomo: riempire gli effetti aridi della violenza presi su di sé con un atto d’amore.

Il gesto di Gesù bambino sconvolge tutti i presenti, tra essi si trovano Virgilio e Dante, poeti identificati agli infrarossi da alcuni critici. Gesù aveva affermato nella sua predicazione riprendendo i profeti:” misericordia voglio e non sacrificio”(Mt. 9,13). Sembra una contraddizione ma Gesù effettivamente entra nel meccanismo del sacrificio, lo accetta su di sé, prende il posto della vittima. In questo modo entra in comunione con ogni vittima, con la massima misericordia. Etimologicamente misericordia vuol dire ” miseris cor dare” Dà il suo cuore ai miseri, alle vittime, ne prende il posto. Quello che non accetta è il sacrificio degli altri. Come ha affermato Dante con Beatrice al centro dell’Inferno. Coincide questa accettazione del sacrificio con il gesto dell’Ultima Cena illustrato da Leonardo nel Cenacolo
Ma il perdono di regola è il frutto di una pianta lungamente e coraggiosamente coltivata da una vittima che si sente prima amata e perdonata nella sua relazione con gli altri, in particolare, per chi è credente, con Dio Padre. Il riferimento al Padre può valere anche per chi non è credente che ha comunque una serie di valori irrinunciabili e che sono costitutivi della persona ben ripresi dalla nostra Costituzione
Anche leader dell’economia come Elon Musk riconoscono l’importanza di un buon cuore e di trasformare il negativo: “la vita è troppo breve per i rancori a lungo termine” (Elon Musk).
Per arrivare a questo traguardo liberatorio può aiutare il terzo capitolo di Francesco Carnelutti nel suo testamento spirituale: Vita di avvocato. Possiamo partire dai semi che ci indica. Sono parole non comuni, non meccaniche, non accolte generalmente dagli uomini: neppure dagli avvocati. Rianimati da queste parole che hanno attraversato la vita di Carnelutti possiamo “cominciare ad essere il cambiamento che vorremmo trovare nel mondo”(Gandhi).
Qui un caso importante di perdono, manifestato addirittura dentro le aule giudiziarie: Jean Brandt, il fratello della vittima, ha perdonato e abbracciato l’omicida colposo, Amber Guyger.
Nel perdono trovano il loro vertice altre grandi opere d’arte come la Madonna Sistina di Raffaello e grandi opere cinematografiche come Mission con la musica di Morricone
Applicazioni: anche nella vita professionale, anziché essere strumenti di vendetta si può cercare di favorire gesti riparativi e transazioni costruttive come ha fatto Gandhi. Si dirà che il caso appena visto è rarissimo ed estremo ma bisogna riconoscere che ci sono tra i due estremi, i due vertici di fratellanza e vendetta, numerosi atti intermedi verso cui tendere, atti peraltro a cui mi è capitato di assistere.
A livello mondiale si sta facendo strada la restorative justice, la giustizia che anzitutto cerca di riparare i danni ricostruendo le relazioni tra le persone, come è successo in Sud Africa e Ruanda.
temi: Leonardo, Adorazione dei magi, perdono, Arendt, Carnelutti, Gandhi, Mandela, Jean Brandt
giorno: festa della Divina Misericordia (variabile) per i credenti, momenti di riconciliazione per tutti
Il cristianesimo non ha inventato il peccato, quello che ha inventato è il perdono (Nicolas Gomez Davila)