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Davanti al male: le difese che aiutano la nostra anima

Shakespeare, il giurista Capograssi ed un eroe dei nostri tempi, Massimiliano…

“Il punto non è che la vita è bella e salva quando abbiamo tutte le rassicurazioni possibili per essere al riparo dalle tragedie, ma che è vera (è reale) solo quando tremiamo perché ci accorgiamo che è da salvare in ogni istante, in pericolo, e non è in mano nostra”( J.K. Chesterton)

(aggiornamento: 31 dicembre 2021)

Davanti al pericolo del virus e della malattia siamo tutti confusi. Non sappiamo calcolarne la forza e preparare una adeguata resistenza. L’influenza ha sempre fatto migliaia di vittime ma la forza del contagio, nel caso del corona virus, ci fa pensare ancora di più. Davanti al virus, oltre ad ascoltare il parere dei migliori scienziati ed il proprio medico, al proprio piano personale e concreto per evitare il virus, all’adozione di tutte le misure igieniche, può essere utile, dopo aver preso una decisione, per supportare il proprio atteggiamento, considerare altri supporti su cui confidiamo.   Shakespeare conosce l’angoscia e sa prepararci a queste difficoltà con le parole immortali di Amleto: “Essere pronti è tutto“. Il video sottostante  può aiutarci, anche per ammirare la grande regia e interpretazione di Kenneth Branagh.

Il video sotto è in inglese. Qui la traduzione del punto più alto del dialogo:

“ORAZIO: Se l’animo è avverso a qualcosa, obbeditegli. Vado a dire che non scendano, che non vi sentite bene.AMLETO: Niente affatto. Sfidiamo i presagi. C’è una speciale provvidenza anche nella caduta di un passero. Se è ora non è dopo; se non è dopo sarà ora; se non è ora dovrà pure succedere. Essere pronti è tutto. Visto che nessuno, di ciò che lascia, sa nulla che importa andarsene un po’ prima? Non parliamone più”(Amleto atto V, scena II).

La frase di Amleto sembra riprendere l’affermazione del Vangelo: 

“29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
30 Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31 non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!”(Matteo 10,29-31)

Poi successivamente lo stesso Vangelo  mostra la sorgente della readiness di Shakespeare:” Siate pronti”. “Estote parati“. Purtroppo, nel caso del corona virus le misure igieniche aiutano molto ma non sono spesso sufficienti. E, non essendo a teatro, non possiamo sfidare i presagi come Amleto. Li interpretiamo. La vita nostra e degli altri è una sola.

Di fronte a queste gravi calamità e alla prospettiva del contagio (che ha coinvolto personaggi famosi come lo scrittore Louis Sepulveda e l’attore Tom Hanks) il nostro cuore rimane disorientato e necessita di un supporto. Vediamo se i grandi giuristi del Novecento ce lo possono dare.  Giuseppe Capograssi è vissuto al tempo in cui l’influenza cosiddetta spagnola ha decimato intere popolazioni:  fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo

Come ha reagito Capograssi davanti alla malattia e alla morte? Giuseppe stava iniziando la sua attività di giurista. Scrive alla fidanzata Giulia. Non menziona direttamente su quella  malattia ma sottolinea il problema del dolore che ogni malattia provoca. Secondo Capograssi per un credente la sofferenza ha una segreta funzione: permette di partecipare alla realizzazione della Passione di Cristo. Precisamente, come aveva affermato San Paolo (Colossesi 1,24) il dolore consente di “compiere quello che manca alla Sua Passione” (15 giugno 1919). Secondo questa professione di fede ogni ammalato partecipa al mistero della redenzione, della salvezza dal male dell’umanità. “Ogni uomo che soffre ingiustamente diventa un poco come Dio in croce” (6 giugno 1920)

E se la Passione è fatta anche di angoscia lo scrittore  Charles Peguy sottolineava una grande consolazione:  Gesù nel Getsemani non pregava Padre Nostro ma, abbandonato dagli apostoli, il Padre Suo, il “Padre mio“: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”( Matteo 26,42)

   

C’è anche un altro conforto per il credente: subito dopo l’obbedienza manifestata,  secondo il racconto del Vangelo, gli apparve un angelo, un messaggero per consolarlo (Luca 22,43). La fede nel Padre aiuta molto ma ogni persona, credente o meno,  ha relazioni di riferimento a cui affidarsi.

Nel sottostante videoclip si può trovare un angelo, un messaggero per noi che ci insegna a vivere, anche nell’angoscia. Un esempio un supporto per vivere la nostra vita, nella lotta davanti alla malattia. Si tratta di un esempio straordinario, incontenibile, commovente di  sofferenza vissuta per mostrare le possibilità che si hanno di lottare davanti a limiti pesantissimi. Attraversato da un dolore enorme Massimiliano Sechi  si è sforzato per  trovare  una salvezza inimmaginabile. Il video è  tratto da una  trasmissione molto popolare e Massimiliano la eleva e ci dona l’energia di cui abbiamo bisogno. Buona visione

 

 

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temi: malattie, virus, sofferenza, Essere pronti, Shakespeare, Massimilano Secchi

tempo: di sofferenza, calamità

 

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