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Bloccati: ricorrere all’extrema ratio: l’ira dell’agnello

Dinamiche antropologiche inimmaginabili secondo i filosofi Giuseppe Fornari e Carl Schmitt

 

La storia… è un processo che si genera attraverso mancanza, privazione e fortificante impotenza (C. Schmitt)

1 Ricevere 2 Dare

 

1 Ricevere

(agg. 25 gennaio  2024) (Stephen Covey, Victor Frankl hanno fissato una importante possibilità per ogni persone: decidere la risposta da dare.

Secondo gli ultimi sviluppi teologici e antropologici c’è qualcosa di più. Proprio nel momento peggiore in cui si è incastrati da una serie di circostanze, quando tutto sembra contrario, la nostra nostra particolare e anomala  reazione alla situazione può essere decisivaSi può comprendere e quindi affidarsi  ad una delle immagini più importanti e decisive della storia cristiana: l’ira dell’agnello.

L’ha spiegata, in un complesso saggio su Dante, Giuseppe Fornari: https://www.teatrodellealbe.com/archivio/uploads/interviste/interv-000717.pdf.

“Il silenzioso giudizio dell’agnello innocente e indifeso, un giudizio di salvezza per chi accetta il perdono, e di autocondanna per chi non lo accetta”

Per chi subisce la violenza è inevitabile lo sdegno ma poi è necessario il coraggio per reagire se è possibile e organizzare la difesa. Tuttavia ci sono dei casi in cui alla violenza dopo la giusta difesa non ci si può sottrarre, è necessaria e inevitabile.

L’agnello di Dio collocato in questa violenza  non risponde con la violenza alla violenza subita, l’accetta, la rende visibile e  perdona il carnefice. (Invece umanamente  chi si vendica la evidenzia ma se la  restituisce al carnefice accresciuta  la catena non si ferma più).  In quel blocco accettato con amore, senza invidia, il capro espiatorio non torna allo stadio ferino, non retrocede all’animale più feroce. Con quella resistenza si mette in contatto, in comunione con la genesi stessa dell’umanità, quando, secondo l’antropologi Girard e il filosofo Fornari qualcosa è accaduto, dopo una violenza per riappacificare i primi esseri e renderli uomini.

2 Dare.

Se si incontra questo evento, il perdono dopo la violenza, questo fenomeno si può ripetere attivamente  in chi ha ricevuto il perdono  Se l’uomo  riesce a resistere all’ira davanti alla violenza che lo porterebbe  a tornare animale violento allora si profila per lui la possibilità di fare un altro passo, dopo quello citato da Hermann Hess, dalla bestia all’uomo. Passando per l’agnello, passando per la figura trinitaria del Figlio. Dall’uomo, incapace  di uscire dalla violenza mimetica, a Dio. Qualora si veda la teologia trinitaria come una dinamica antropologica che può essere sempre transitivamente in atto nel punto più difficile da praticare si può innestare questa dinamica che attua quello che sogniamo e non osiamo credere. Alcune parole pronunciate da anime mistiche e devote sprigionano nelle figlie spirituali  la loro potenza: come invitava a fare Francesco di Sales ” le cui lettere di direzione spirituale si insinuano come dita delicate sino alle corde più fini della vita dell’anima, squisitamente accordandole alla volontà divina”(Cristina Campo). Aprono alla filiazione divina.  “A (Giovanna) Francesca di Chantal (si ricorda il 12 agosto) egli raccomanda di salutare con una giaculatoria ogni rintoccar d’ora. Ad una giovane donna vessata dal terrore della morte, di esclamare frequentemente: “Voi siete mio Padre, o Signore”(Cristina Campo Dardi verso il cielo). Queste parole riacquistano potenza perché pronunciate da chi non conosce ancora l’antropologia della vittima ma  vi crede perché crede profondamente nel Dio crocifisso e vivente.  Il lettore esploratore  con curiosità intellettuale si trova ad intercettare questa dinamica che si lascia scoprire e ne partecipa contemplando la sua profondità il suo normale nascondimento.

Allora anche il capro espiatorio umano nella sua resistenza può diventare  l’agnello di Dio (R.Girard). “Né va tralasciato che è l’Agnello di Dio il simbolo  stesso dell’imperatore quale auctoritas voluta da Dio ed esemplata su Cristo” (G.Fornari) 

Se “il sole non tramonta sulla sua ira” l’uomo può riposarsi in Colui che ha detto: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”(ecco il vero antistress). Allora il divino può scendere nell’uomo. L’esempio può diventare  relazione imitativa di grande intensità. Poi la situazione di blocco totale ha molte gradazioni e può essere anche occasione creativa per chi subisce la violenza. A livello sportivo  qualcosa del genere è successo al tennista Jimmy Connors che è riuscito, dentro una serie di condizionamenti creativi, anche nel duro allenamento, a trasformare il desiderio di vendetta per un episodio subito dai suoi parenti in una capacità agonistica senza pari: link

Può succedere ad esempio in campo professionale, anche in una riunione via web, quando in modo inatteso una persona, anche un collega ti accusa ingiustamente e non sei nella condizione di difenderti perché vuoi verificare se quanto per cui ti accusano è corretto o meno. L’attacco subito può essere l’occasione, dopo lo sdegno iniziale, di una costruttiva rielaborazione nel quale si cerca anche di far ragionare chi ha colpito in modo così male e volgerlo ad azioni costruttive. Interessante a riguardo le distinzioni del giurista psicologo Scardovelli: nel link il video: http://www.agendagiusta.it/nelnella-confusione-applicando-la-verita-n-2-i-criteri-da-benjamin-ai-giuristi-capograssi-scardovelli-rosmini-e-gandhi/

Vengono in mente le parole del giurista Carl Schmitt: lo sviluppo più alto si compie con “mancanza, privazione e fortificante impotenza”, accettate con amore.

Quindi secondo una ipotesi affascinante, l’uomo può riacquistare, a tratti,  l’innocenza nella sua pienezza,  può guardare e ricorrere in questo modo, in tutti i sensi, in una nuova comunione, anche all’Immacolata, la prima che ha accettato il rischio di essere un capro espiatorio e quindi, nel linguaggio di una certa Tradizione, di essere l’agnello di Dio, prima di partorirlo…

Chissà se a questo misterioso incontro, invisibile, ai più, si riferisce uno dei racconti dei mistici, anche contemporanei, sul trionfo del Cuore Immacolato di Maria. La comunione sofferta, l’affidamento alla Madre di Dio, attraverso l’accettazione della Croce (che corrisponde per alcuni aspetti, ritualmente, nella messa cattolica, alla consacrazione), “l’argano del cielo”, un dolore  subito e offerto nella Croce,  permette di ricevere, accanto alla croce, la piena filiazione offerta dalla Madre di Dio.

Giorni: venerdì santo, giorni di impotenza e sofferenza subita ingiustamente, Immacolata Concezione, S. Francesca Chantal (12 agosto)

Stato: bozza ancora da svolgere e semplificare

 

Collegamento:

Dall’Habeas corpus al Corpus Domini