Da Carnelutti a Bonaventura fino a Elon Musk
Di silenzio si nutre la giustizia (Bonaventura da Bagnoregio)
(aggiornamento 27 maggio 2022) Troppe norme e troppo rumore rischiano di pregiudicare l’equilibrio del giurista. Ci viene suggerito spesso di essere prudenti ma le solite comunicazioni sono spesso nervose e allarmiste, peraltro amplificate dai mezzi di comunicazione.Il grande giurista Francesco Carnelutti mi ha aiutato in varie occasioni a cercare l’essenziale con cui orientarmi. Carnelutti si avvaleva degli insegnamenti di una tradizione consolidata nei secoli. In questo ambito si colloca la frase di Bonaventura da Bagnoregio. La frase di questo grande pensatore merita chiarimenti. Infatti è suggestiva ma è anche enigmatica.
Forse indica l’opportunità di parlare meno di giustizia per praticarla di più. E pensare, riflettere prima nel silenzio prima cosa significhi giustizia… Magari riuscendo, nel silenzio della coscienza, a distinguere la giusta voce che non sta solo e sempre da una unica parte.
Nello stesso senso, nel senso di moderare la parola si esprime il grande giurista Francesco Carnelutti in due momenti.
Prima Carnelutti elogia il silenzio: nel suo Il canto del grillo scrive: “Il grillo canta perché gli uomini ascoltino il silenzio e, da esso, traggano il valore della parola.
Poi Carnelutti invita a pesare l’uso della parola: “Se vi è una ragione del discredito dell’avvocatura non è perché usano ma perché abusano della parola”.
Sembra dunque un invito ad una riflessione che sostituisca la parola eccessiva e superficiale con l’ascolto e dia forza al pensiero e all’azione.
Nello stesso senso si muove Dante:
“Molti han giustizia in cuore…/ma il popol tuo l’ha in sommo della bocca” (Dante Purgatorio VI, 130 e 132)
Contro la parola a vuoto scriveva anche l’abate Dinouart, il preteso autore de L’arte di tacere:
“Si deve parlare quando si deve dire qualcosa che valga di più del silenzio” (A. Dinouart)Sul tema dona un importante contributo anche Bernardino da Siena che parte da una valutazione anatomica: “Dio ti ha dato due orecchi e una lingua, perché tu oda più che tu parli” (Bernardino da Siena)
Anche Sigmund Freud pare aver scritto:
Si è padroni di ciò che si tace, si è schiavi di ciò che si parla
la frase è interessante perché indica la responsabilità della parola che è anche una promessa ma è anche un possibile alibi per omettere di indicare il necessario. Insomma sono sempre necessari dei distinguo anche dopo le frasi ad effetto.
Rilevanza pratica, specie per il giurista: prima di dare soluzioni occorre prestare ascolto e cercare una valutazione oggettiva dei fatti, non lasciarsi irritare dalle paralisi della giustizia e dai limiti, anche verbali delle persone. Si può lasciarsi aiutare, indicativamente, anche da un metodo , come una bussola, sapendo che poi la realtà ci sfugge sempre.
Tra i contemporanei nella leadership Elon Musk ha invitato a non seguire il rumore. Tra i suoi insegnamenti figura infatti:
“sintonizzati sul segnale oltre il rumore (n.6)”
“Non badare al rumore, ascolta il vero suono del tuo lavoro” (Elon Musk, tradotto liberamente, potrebbe anche essere: “Non ascoltare il rumore, entra nello sviluppo del tuo lavoro”)
giorni: 20 maggio Bernardino da Siena, 15 luglio S.Bonaventura da Bagnoregio
Approfondimento: per altra riflessione su Bonaventura da Bagnoregio, ricordando un altro noto Bonaventura a fumetti:
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