Articoli, Possibilità

Una medaglia contro il disagio e la malattia

trovare una misteriosa soluzione nella via più elegante di Parigi:  Rue de Bac

 Il difficile sta nel  trovare un simbolo che parli a tutti… La medaglia è questo simbolo: un simbolo del tutto; un punto, direbbe Pascal, che riempie tutto“(Jean Guitton in  La medaglia miracolosa 1994 p.66)

(aggiornam. 1 gennaio 2024)  Davanti alle malattie, oltre ad ascoltare il parere dei migliori scienziati ed il proprio medico, al proprio piano personale e concreto per evitare le malattie, all’adozione di tutte le misure igieniche, può essere utile, per supportare il proprio atteggiamento, valutare anche un antico oggetto di fede la cui diffusione a Parigi nel 1832 fermò il colera. Non è un fine, sarebbe superstizione, ma può essere un mezzo per confrontare, riflettere e migliorare una relazione con chi secondo noi ci può aiutare, comprendere su chi riponiamo veramente la nostra fiducia.

L’oggetto di fede è una medaglia da portare al collo e trova la sua idea nelle pretese apparizioni mariane di Rue de Bac a Parigi. Alla prima apparizione alla veggente Caterine Labourè, nella notte tra il 18 e 19 luglio  1830,  ne seguirono altre tra giugno e dicembre dello stesso anno. il 27 novembre 1830 La Madonna apparsa , avrebbe poi chiesto alla veggente il conio di una medaglia mostrata alla veggente

“Nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti! In Giugno le Figlie della Carità ( le suore) cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel, l’ecclesiastico di riferimento per Caterine. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia «miracolosa»” Poi la medaglia è stata distribuita in milioni di copie, gratuitamente.

La cappella è visitabile anche oggi, segnalata da questa targa inviatami oggi 1 gennaio 2024 da una visitatrice:

Con riferimento a queste apparizioni, il filosofo francese Jean Guitton  scriverà un libro. Ne ricerca la storicità e la avvalora con la ricerca di testimonianze e documenti. Riflette sul significato: “l’Amore universale si fa avanti attraverso amori particolari… Qui sta il compito della devozione particolare: “incarnare la fede in una esistenza”

Servono immagini di riferimento, raccoglitrici dell’anima… da sempre presenti…” è conveniente che esista un riflesso, un’immagine, un eco perché l’essere si riveli… Simile proiezione giustifica la tecnica della metafora, della parabola che sta all’origine delle arti”

Non è una  medaglia che premia una vittoria temporanee ma è il mezzo   di una migliore relazione, per chi respira o aspira ad una relazione infinita, verso una misteriosa vittoria definitiva, non senza possibili effetti anticipati, come fermare il colera a Parigi nel 1832.

La medaglia sembra ricordarci la possibilità di una relazione speciale, di un luogo immacolato e fecondo a partire dall’intervento di Qualcuno che ha cura di noi. Sembra riguardare solo chi crede in una sfera trascendente la materiale esistenza. Ma a ben vedere la fiducia in una speciale relazione  ri-significa tutte le altre relazioni, riguarda tutti.

Inoltre quei simboli possono essere accettati, a diversi livelli,  da  tutti, basta interfacciarli e comprenderli nella loro forza universale che poi si specifica, si con-figura nel cristianesimo cattolico. Se  rifiutiamo il loro messaggio di pace si scatena spesso la violenza e  l’inferno sulla terra. Pare sia accaduto dopo l’apparizione di Kibeho in Ruanda (800.000 morti) o di Medjugorie in Yugoslavia (il lungo conflitto nella ex Yugoslavia)

Sono stati esaminati da grandi studiosi abituati a chiedersi se gli eventi storici che si affiancano ai racconti del cristianesimo siano credibili e alcuni hanno trovato notevoli conferme:  tre fenomeni analoghi  collegati all’utilizzo della medaglia nel 1842 per un ebreo indifferente alla religione e a due condannati a morte americani.

In questo caso gravi indizi quasi ratificano la storicità dei fatti. Ma anche se fossero miti, narrazioni fantasiose letterarie, proiezioni, questi eventi hanno un loro significato. Senza i miti resta ben poco nella storia umana e la scienza non è in grado di rispondere alle grandi domande sull’uomo. Oggi si tende a mettere nella soffitta o nella discarica l’elemento religioso. Ma non si ricorda o conosce la più importante conquista dellantropologia del Novecento: i racconti cristiani non sono solo dei miti ma contengono elementi capaci di svelare la falsità dei racconti mitologici e ne svelano i carnefici, nascosti in quei racconti.   Rivelano le vittime, e stanno dalla loro parte. Così demistificano i miti.  Visto il loro effetto si può pensare che questi elementi abbiano una loro  verità. Il problema è che quando non si crede espressamente o implicitamente a questi elementi, presenti in misura diversa nella civiltà greca, nel diritto romano, nelle grandi religioni, in principi etici universali   allora si rischia di dare un valore assoluto  a miti da un lato privi di sostanza creativa e di sviluppo alla personalità umana  e dall’altro capaci di generare conflitti.  Tuttavia nella prospettiva di generare guadagno e di soddisfazione immediata hanno una assoluta forza di convincimento legata a tecniche di marketing e al cinema:  prospettano  status, si inducono emozioni a valanga e l’effetto  è travolgente ma effimero. Così,  come ha scritto Roberto Calasso, siamo in una particolare epoca, quella dell’inconsistenza

L’attrazione per le figure simboliche restano ma  molti  si ancorano ai tatuaggi con simboli arcaici che oltre ad essere indelebili non suggeriscono spesso atteggiamenti costruttivi, anzi al contrario sembrano innescare forze distruttive anche se molti mi dicono di fermarsi alla superficie, e se questo da un lato rassicura dall’altro lato impedisce spesso di raggiungere un significato. Forse per chi lo ha sperimentato è meglio una medaglia, una croce (peraltro ricca di significato per chi  cerchi un criterio di giudizio). Una croce è stampata nella medaglia che si ricorda il  27 novembre. L’effetto di antichi simboli è stato riconosciuto  romanticamente anche da Natalino Irti sul Sole 24 ore, forse con un po’ di rimorso per aver troppo spesso scritto di nichilismo. anche riguardo a chi il nichilismo dovrebbe frenare, l’esperienza giuridica.

Applicazioni:

Possiamo paragonare due “apparizioni” per la difesa. Una  ne “Il  problema della scienza del diritto” di Capograssi  si parla dell’apparizione dell’intelletto nella storia dell’azione: le parti nella controversia vogliono vincere cercando  nella profondità della loro analisi la certezza del diritto secondo “la funzione che dà al processo la sua posizione autonoma tra gli istituti giuridici” (Chiovenda). Difesa dell’avvocato  Un’altra apparizione, nella fede, risale al 27 novembre 1830 e ne è destinataria Caterina Labouré. Si crea una staffetta di significato e soccorso: da Maria a Caterina, al suo referente fino alla medaglia che raffigura la Vergine apparsa ed entra in contatto con il fedele . Richiama la staffetta difensiva citata da Dante nella Divina Commedia: Maria, S. Lucia, Beatrice fino a Dante

Possiamo comunque riflettere sui  nostri problemi alla luce di quella medaglia, chiederci su chi facciamo affidamento, quale sia la nostra missione, cercando di trovare il profondo significato della medaglia  che molti portano al collo. Potremo trovare nella medaglia sensibili, semplici, riflessi aurei  per illustrare e farci sentire una  Madre che  dimentichiamo, riflessa ad esempio nella madre che ci ha  cresciuto oppure nell’affettuosa zia.

Sono loro le stelle luminose nella nostra vita e misteriosamente continuano a illuminarla. Dodici stelle ha la Madre di Dio, dodici erano le tribù d’Israele, 12 gli apostoli…

Sono le persone che  ci hanno sostenuto e ora, nella mediazione della fede in una Presenza che attraversa le nostre vite,  gettano le loro braccia sul nostro collo 

Video:  il 26 novembre 2021 è uscito un video sui film esistenzialisti, Ascoltare il silenzio. Riguarda l’effetto degli spazi sacri anche quando sono vuoti e  si avvale dei migliori capolavori del cinema. Non ho ancora finito di vederlo ma ha un valore di testimonianza con il tono umile della voce di chi parla. Può aiutare a farsi qualche domanda chi ha accantonato il sacro nella vita o chi pensa che risolva tutti problemi. Poi mancherà al video il tassello che siamo in pochi a conoscere sulla ragione del valore degli spazi vuoti, un tema da riprendere, ma già ho visto tanta, tanta bellezza… Poi non è vero che ci sia solo silenzio… Dove c’è silenzio si può ascoltare anche una voce. Lo confermano l’antropologo Girard nella sua rivelazione della voce misconosciuta della realtà (le vittime innocenti non riconosciute) e lo psichiatra Sigmund Freud in  questo brano ammaliante:

Possiamo ribadire all’infinito che l’intelletto umano è senza forza a paragone della vita pulsionale, e in ciò avere ragione. Eppure in questa debolezza c’è qualcosa di particolare: la voce dell’intelletto è fioca, ma non ha pace finché non ottiene udienza. Più e più volte pervicacemente respinta, riesce alla fine a farsi ascoltare. Questo è uno dei pochi punti che consentono un certo ottimismo, e di per sé non è di scarsa importanza.      (S.Freud, Opere, vol. 10, cit., p. 482)

Stato: bozza nascente

Giorni: 27 novembre, 31 dicembre (S. Caterina Labourè)

Approfondimenti:

Qui la testimonianza della veggente dal libro di Jean Guitton

l’altra medaglia… riflessa anche in un film Oscar, inconsapevole (con Jeremy Irons e Glenn Close): 

L’arma vincente: nel caso Von Bulow e in un’antica medaglia