ll genio è pazienza (Gay Talese*)
Se i rapporti stretti ben dispongono alle emozioni concordi, il loro terreno più propizio è l’amicizia… La potenza e la difficoltà dell’amicizia non si esprimono in un pirotecnico attimo d’eroismo, ma nella placida fiammella della pazienza di tutta una vita (Pavel Florenskij in La colonna e il fondamento della verità)
(agg. 3 agosto 2021) Nella società iperveloce il principio dell’immediatezza richiede molta capacità di improvvisare. Vengono in mente le caratteristiche del processo civile prima della riforma: concentrazione, oralità e immediatezza. Tuttavia la complessità delle questioni implica che bisogna fare anche una certa analisi e quindi sopportare situazioni in cui le proprie capacità sono provate, tra l’esigenza di immediatezza e semplificazione richiesta dall’assistito e l’esigenza di prevenzione per la legalità (necessarie al giurista).
Un’antica virtù è fondamentale in certe Scritture, addirittura la prima delle caratteristiche dell’amore nel famoso inno di Paolo di Tarso (“l’amore è paziente”1. Cor. 13,4 ). Per chi è sensibile al prestigio ricordo che lo lesse anche il primo ministro Tony Blair al funerale di Lady Diana. La pazienza è al centro del
Vangelo: “Con la pazienza possiederete le vostre anime” [Lc. 21,19]. Non mi ha fatto scoprire il versetto biblico un sacerdote, anche se conosco alcuni di loro che ne portano tanta, ma Giuseppe Capograssi, il grande giurista che ha scritto pagine memorabili sul senso del diritto e sui valori che può trasmettere. La sistemazione teologica e l’assorbimento della pazienza nella virtù della fortezza ha un po’ accantonato la rilevanza della pazienza. Così è stata messa ai margini del pensiero contemporaneo che tende a evitare ogni discorso sulle virtù umane dimenticando che se a parlarne si rischia l’ipocrisia, nel silenzio si rischia l’elogio del vizio. La pazienza non implica solo un momento da sopportare, essa dilata i propri confini. Ma l’autosacrificio della persona che pazienta, consapevole di quello che veramente conta per lei, scatena il risorgere di energie imprevedibili, potenti. Non c’è solo un double bind (un doppio legame secondo l’analisi dello studioso Gregory Bateson) da sciogliere ma, nella tensione, possibili energie possono essere accumulate guidate verso buone mete. Ci permette di accedere a quello a cui aspiriamo di più, a quello che ci anima, la nostra anima. Come mostra, a guardare bene, questa immagine di Carlo Dolci: non c’è solo sofferenza ma anche una punta di dignità e appagamento. Una risorsa
Qui sotto una storia sull’anima di Salamov, dai gulag sovietici: è da riascoltare in un tempo in cui sul posto del capitano della nave sembra esserci talvolta il cuoco che elenca il menù (cfr. Kieerkegard). La storia è ben raccontata in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=QTMm1cOdRZc. È un altro sacrificio nascosto, nella pazienza, poi ad un certo momento, incalcolabile, esplode nella sua forza esterna e si comunica agli altri.
Mi viene in mente oltre ai tanti santi martiri anche l’esempio di Giuseppina Bakhita, una schiava poi diventata suora e santa nella Chiesa cattolica. Era lenta ma obbediente e aveva imparato un altro modo di percepire l’esistenza, aperta al Trascendente, quello che l’aveva salvata. Sulla pazienza ha scritto parole splendide Madelein Delbrel: la passione delle pazienze. Ci insegna una pazienza prossima e meno difficilmente praticabile perché costituisce le migliori fibre della vita. La pazienza ha un limite ma bisogna valutarlo e superarlo se si vuole salvare una persona in difficoltà
Applicazioni: la pazienza non è importante solo a livello individuale. Occorre molta pazienza anche quando si assiste persone che hanno problematiche irrisolte oppure ci si coordina con altre persone, anche nell’esperienza giuridica: per far emergere il contributo migliore di ognuna bisogna riuscire a comunicare e talvolta questo implica sofferenza per l’intersezione di vari criteri di valutazione e azione. La collaborazione riesce quando si resiste insieme nella sopportazione, come in croce, si sale insieme, attendendo con fiducia che la migliore energia del progetto attraversi le comuni azioni, anche quelle sacrificate. “L’anima deve aprirsi all’invasione di ciò che le è estraneo… affinché il nostro essere autentico sorga e si mostri, non come una fragile costruzione protetta dalla nostra timidezza, ma come la nostra rocca, il nostro granito incorruttibile” (Gomez Davila). Sembra farsi strada una presenza tra le maglie del diritto, tra martello dei problemi e l’incudine del cliente. Come accade peraltro nella seconda lettera ai Corinzi scritta da Paolo Di Tarso: “7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte”
*citazione nella recensione di Luigi Sampietro sul Sole 24 ore a Frank Sinatra ha il raffreddore
Stato del post: bozza
Giorni: quelli della pazienza, della prova, in memoria di S. Bakhita (7 febbraio)
Approfondimenti e video:
2021: il giurista e formatore Mauro Scardovelli, con i suoi chiarissimi, schemi commenta un approfondimento sulla pazienza
Qui un grande video (il secondo nel link) incoraggia l’azione mirata dopo la pazienza, contro gli sfoghi ripetitivi e prolungati: