Una riflessione sulle vittime e sui difensori
L’opera d’arte, la tradizione cristiana, alcune vicende storiche possono essere il tramite per per riflettere sulla difesa dell’avvocato: del cliente, dal cliente .
Possa San Bartolomeo, patrono dei conciapelli, illustrato nella cappella Sistina di Michelangelo e nel Polittico di Arzignano(VI) essere l’occasione per riflettere su questo tema.
Per la comprensione del cliente e motivare l’avvocato si veda nella Cappella Sistina con S. Bartolomeo gli illustrati strumenti di martirio e le sue ferite che lo elevano e valorizzano. Nel link qui sotto la spiegazione e le applicazioni anche con il contributo dell’avv. Carnelutti:
19 Trovare la forza per sostenere una difesa problematica:
Per la difesa del difensore dal cliente si veda nella Cappella Sistina il riconoscimento della sofferenza e dell’importanza del difensore. Michelangelo rappresenta i martiri e proietta nella pelle di Bartolomeo il suo autoritratto. Il difensore rappresenta il cliente come Michelangelo e si proietta nella vicenda del suo assistito. Viene così anche il difensore indirettamente illustrato e sostenuto dal Giudizio di Michelangelo perchè la sua opera personale che gli fa subire pericoli e ferite dal contatto tra le vicende (la pelle) dell’assistito e le sue. Nel link qui sotto la spiegazione e le applicazioni:
Nel Giudizio di Michelangelo: la pelle di Bartolomeo
Come si ricorda la violenza barbara della notte di S. Bartolomeo (1572) https://it.wikipedia.org/wiki/Notte_di_san_Bartolomeo si ricordi prima, con Michelangelo, anche la luce resistente, gloria del martire apostolo Bartolomeo (primo secolo d. C. https://it.wikipedia.org/wiki/I) https://it.wikipedia.org/wiki/Bartolomeo_(apostolo) che ha subito la violenza.
Si ricordi anche dopo, prima della Battaglia di Lepanto, la violenza terribile subita, tra gli altri, anche da Antonio Bragadin (1571) https://www.vanillamagazine.it/latroce-martirio-di-marcantonio-bragadin/
Le due terribili violenze subite accomunano i due martiri: sono stati scuoiati entrambi. Il il primo per trasmettere la luce del Vangelo, il secondo nella resistenza ai turchi. Anche alla luce di queste sofferenze il mite martirio dell’avvocato (e di ogni professione svolta con amore) viene, con la rappresentazione di Michelangelo, rivalorizzato insieme alla funzione dell’avvocato e, con la memoria dei martiri, ridimensionato nella sua misura, spesso non rettamente percepita da una immaginazione che lo mortifica. Appare vero piuttosto che nelle ferite accettate e soccorse per amore dal difensore si mostra una luce che non si cancella
...Quindi la verità è che completamente sbagliato il concetto moderno che il fine del lavoro è la ricchezza: è proprio questa idea che ha sconvolto tutto il mondo moderno… Quel bravo mio Le Play lo dice bene… il fine del lavoro è la virtù, e qua è tutta la riforma sociale (18 agosto 1923 Giuseppe Capograssi a Giulia Ravaglia)
Stato: articolo di ricapitolazione e rinvio, fase iniziale di elaborazione