Articoli, Possibilità

40. Il dolore incompreso: nella Madonna Leonardo da Vinci, la speranza di Capograssi

Speriamo nella Madre… Ella che salva i suoi… (G. Capograssi)

Leonardo da Vinci, Madonna Benois, San Pietroburgo, Ermitage

(aggiornam. 22 agosto 2022) Ho contattato un esperto critico d’arte che mi ha illustrato una particolarità di un quadro così famoso e, nel contempo, così misterioso: l’apparente giocosità di Maria. La figura di Maria qui rappresentata  si mostra apparentemente allegra e “complice” del Divino Bambino il quale afferra con curiosità distaccata, quasi come un giocattolo, i fiori. Sono  della specie delle crocifere e   rimandano al futuro supplizio che attende il bambino.  Ma si avverte qualcos’altro.

Il critico d’arte  nota che in Maria “il sorriso ingenuo le muore in bocca, contraddetto dallo sguardo fondo degli occhi che da un momento all’altro potrebbero mettersi a piangere, dalla presa nervosa contratta della mano sinistra, che invano cerca di trattenere…”(G. Fornari). Si avverte l’inquietudine umana  di Maria: sente che qualcosa di doloroso dovrà accadere al proprio figlio. Con questa analisi  la Madonna più allegra scopre una vena inattesa di dolore per la sorte del figlio (nel volto di Maria si conferma la presenza di gioia che contiene il dolore  già presente in altra opera di Leonardo: nell’Adorazione dei magi. Qui) .   Peraltro il destino del Figlio è simile a quello di ogni persona che deve affrontare le piccole croci  di ogni giorno e, infine, la morte. Anche Leonardo, figlio naturale del notaio Piero Da Vinci, ha sofferto molto per la sua condizione. Ma le sue opere e i suoi scritti ci mostrano che ha continuato a cercare forza nella  Madre e l’ha trovata.

Per questo molti confidano nella forza di questo sguardo materno che in modi imprevedibili e segreti si manifesta ancora nel mondo e ne condivide il dolore. Così  il 15 settembre 1922 (nel giorno di Maria Addolorata) anche il giurista Capograssi, futuro membro della Corte Costituzionale, esprime la sua fede nello sguardo della Madre.

Scrivendo  alla fidanzata Giulia Ravaglia riporta queste parole:

“Speriamo nella Madre… Ella che salva i suoi…”. A mezzo dello Spirito Consolatore, “ci salvi, ci venga a consolare in tutte le ore amare, in tutte le ore smarrite… dica quella sua Parola di così intraducibile dolcezza, di così segreta e riposta soavità che suona nel cuore torbido e lo illumini con un grande lampo di luce divina…”  Cercando questa luce di tenerezza Maria Addolorata, spesso riflessa nei nostri volti più amici, può diventare l’Avvocata nostra… Lo scrittore Grossman l’ha ritrovata nel capolavoro di Raffaello e ha riconosciuto che l’aveva vista prima nei campi di concentramento:

Da cuore a cuore