Articoli, Possibilità

Il dubbio: uno strumento, una possibilità, un ostacolo superabile

Dall’interrogatorio di  Carofiglio al dubbio teologico di Carnelutti, al quadrilatero di Rosenstock

 

“Non sono uno che dubita. Però sono uno che fa domande”. “E che differenza c’è?” “Be’, secondo me chi fa domande vuole la verità. Mentre chi dubita vuole sentirsi dire che la verità non esiste” (Sunset Limited, CormacMcCarthy).

(aggiornamento  4 luglio 2022) Il dubbio è una dimensione professionale ed esistenziale, un’opportunità da cogliere e un problema da superare.

 

Per il magistrato scrittore Gianrico Carofiglio c’è L’arte del dubbio. Numerosi lettori, oltre la cerchia degli specialisti, iniziano a leggere  un iniziale quaderno di diritto processuale penale che spiega la tecnica dell’interrogatorio. Un nuovo editore porta Carofiglio a ricavarne un nuovo volume privato delle parti giuridiche più pesanti e diventa un  grande successo. La lettura è istruttiva per il professionista ma è appassionante per tutti. Il piacere della lettura si pasce del modo in cui insegna a colpire certe ricostruzioni avversarie sollevando un dubbio che si insinua mortalmente sulla tesi avversa.  Il dubbio può essere strumento che  svela menzogne. Ma si evidenzia come il dubbio può essere utilizzato anche per minare la verità di quanto avvenuto in nome di una possibile diversa verità processuale(alle volta basta fermarsi al punto giusto, prima della possibile enunciazione della verità dei fatti p.10). Purtroppo bisogna riconoscere che  quando in un processo prevale una tesi, una verità processuale  qualcuno ne paga il prezzo, c’è una vittima. Lo sapeva anche Gandhi quando era avvocato: “Dover iniziare una causa è una sconfitta, perderla è una tragedia” E spesso a pagare non è la menzogna ma la verità. 

In generale il dubbio  può essere anche il limite, lo scudo verso un accanito sistema accusatorio: in dubio pro reo. Ma, per quel che mi risulta  almeno a livello penale il principio è poco praticato: la  perizia tecnica arriva anche a  travolgere ogni principio di buon senso e ogni dubbio residuale: la tecnica sovrasta il convincimento del Giudice e dunque il processo.

In generale il dubbio può essere anche un problema. Il processualista Francesco Carnelutti lo trova in un posto sorprendente. Quando spiegava le Scritture in modo coraggioso ai colleghi (all’isola di S.Giorgio a Venezia, alla fondazione Cini)   il problema del dubbio. Il dubbio investe Giovanni  Battista incarcerato. Il precursore, incerto sull’identità divina di Cristo: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete:  I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella,  e beato colui che non si scandalizza di me»(Mt 11,3-6). La risposta del Cristo è l’attenzione ai segni emergenti, un metodo estensibile forse anche alla dimensione professionale (leggendo bene tutti i documenti nel processo) ed esistenziale della vita.

Tra i segni l’apostolo Tommaso sembra aver trovato una risposta evidente nella visione delle ferite di Gesù dopo la resurrezione(Gv 20,24-31). Sulle ferite di Cristo che sono, a diversi gradi, le ferite di ognuno, si concentra oggi la migliore trasmissione di quel messaggio che risponde ai dubbi umani, la presenza divina può abitare  le ferite specie se sono il punto di partenza di qualcosa di inconcepibile: il perdono.  Ma il dubbio può essere anche ostacolo per la professione.  Quanti sono stati attanagliati dal dubbio se valga ancora la pena di fare un poco rispettato mestiere diventato estremamente complesso?  Il dubbio come problema infatti non riguarda solo l’esito del processo o  la professione di fede (e si crede anche nel diritto come constatava Calamandrei) ma anche la professione  forense. Abbiamo ancora fede nel diritto e nella professione forense? Nella giustizia?

Il dubbio è anche l’opportunità che può portare a Perfezioni provvisorie: come nel titolo e alcuni momenti di un noto romanzo di Carofiglio, quando la soluzione dell’enigma si trova mettendo in dubbio una abitudine diffusa: il solito rapporto con il proprio cellulare. Il dubbio:  una sfida e un peso contro cui lottare. Ma se si passa attraverso il dubbio e si resiste c’è anche la possibilità di spegnere facili entusiasmi trovando una resistenza superiore, dall’interno, una forza di liberazione: 

L’anima deve aprirsi all’invasione di ciò che le è estraneo, rinunciare a difendersi, favorire il nemico, affinché il nostro essere autentico sorga e si mostri, non come una fragile costruzione protetta dalla nostra timidezza, ma come la nostra rocca, il nostro granito incorruttibile. (Gomez Dàvila)

Il dubbio può trovare anche una verità più profonda, specie quando si trova un messaggio che, subito, mette in crisi tutti gli altri . Resta per pensare il consiglio di un altro libro di Carnelutti:  Il  canto del grillo.  “Il grillo canta perché gli uomini ascoltino il silenzio e, da esso, traggano il valore della parola”. Sembra dura fermarsi e ascoltare. Più facile seguire mode passeggere come l’eccesso nel mangiare, nel bere, nel seguire l’ultimissimo, eccessivo modo di vestirsi. Si può andare controcorrente cercando farsi le domande giuste

 

il grande scrittore americano Cormack McCarthy preferisce al dubbio le domande:”- Non sono uno che dubita. Però sono uno che fa domande. – E che differenza c’è? – Be’, secondo me chi fa domande vuole la verità. Mentre chi dubita vuole sentirsi dire che la verità non esiste”(Sunset Limited, CormacMcCarthy). 

Dalle domande attraverso i dubbi ordinati  si può cercare di rispondere, anche capire la sorgente vera della propria elettricità. E la sorgente poi recupera anche gli altri messaggi, dà loro giustizia. Con la prudenza che non è solo essere consapevoli dei pericoli e delle conseguenze,  essere sicuri ma piuttosto  sapere che la vita ha un valore infinito e non possiamo sprecarla in cose che potrebbe fare chiunque, non tanto perché sono comunemente fatte da tanti altri  ma perché sono fatte, di regola,  senza amore. 

Questo è uno dei messaggi più brillanti se si legge in profondità il  film Kung Fu Panda. Sembra da un’interpretazione letterale che non ci sia nessun ingrediente segreto  nella zuppa preparata con successo dal padre del Panda. In realtà, ad un certo punto, quando si oltrepassa la paura con la forza dei buoni legami affettivi, l’ingrediente c’è, pur essendo abbastanza raro e sconosciuto. Ed è l’ingrediente segreto di chi guarda con fede, amore e speranza proiettati sulle nostre azioni. Solo con questo ingrediente si può  vivere nelle massime potenzialità.

Il giurista filosofo Rosenstock Hussey supera  il motto di  Cartesio (volgarizzato in dubito ergo sum, anche se l’originale era:”Se vuoi diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose” dove emerge il carattere temporaneo del dubbio )  con un suo costruttivo quadrilatero che parte comunque dal pensiero di  Cartesio:

“cogito ergo sum

mensuror quia existo,

audio ut fiam,

respondeo etsi mutabor”

(da Rosenstock Hussey Sono un pensatore impuro p.73)

 

In sintesi:  il  dubbio è invito a pensare   come sfida nella professione (Carofiglio), momento nella fede non solo confessionale. Oltre il dubbio c’è la possibilità di un fondamento resistente (Carnelutti) e un modo per affrontare la situazione mentre ci sono i dubbi (tra Kung Fu Panda e Rosenstock) .

Qui il link al libro di Carnelutti che tratta anche di Giovanni il Battista e qui in breve o più ampiamente  un’idea illustrata per dare un senso alla professione, al di là, forse,  di ogni ragionevole dubbio…

Poi oltre al senso ci vuole l’amore che il fondamento richiede.

stato del post: bozza sviluppata nel 2021

giorni: momenti di dubbio, natività di Giovanni il  Battista (24 giugno), 3 luglio (S.Tommaso)

Approfondimento Video: a sciogliere almeno in parte, sul piano almeno storico, il dubbio di Giovanni Battista un emozionante videoclip da un film contemporaneo con l’interrogatorio ad un agente della Squadra Omicidi che interpreta sè stesso:

Il video e la testimonianza hanno anche un loro limite della semplificazione da cinema americano. Ma anche se si smonta una parte della verità storica degli eventi narrati dalle Sacre Scritture resta un nucleo storico di fatti e interpretazioni costituito dalle vicende di persone capaci di andare spesso controcorrente. Con queste vicende possiamo confrontare i nostri dubbi e vedere se riusciamo a trovare orientamenti migliori, propositivi, un piano di lavoro e un buon menù anche in questa vita. E tra quei racconti e quelli delle nostre vite può essere riconosciuto,  nel cammino,  il resistente ingrediente segreto…

 

Lascia un commento