con l’arte di Bellini e Leonardo, le note dell’avv.Carnelutti, la migliore comunicazione
Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora (Anna Frank)
(aggiornamento del 20 luglio 2024)
Battesimo di Cristo, Giovanni Bellini, Chiesa di S. Corona, tra il 1500 e 1502
In un precedente post(link) avevo riconosciuto la forza dell’opera di Bellini descrivendola ed evidenziando la forza del suo messaggio. C’era il video clip con Vittorio Sgarbi: il battesimo di Cristo ci comunica la grande bellezza nella natura, nelle sue ordinate sfumature messe in evidenza da Bellini. Oggi questa bellezza la evidenziano l’esperienza o anche una buona foto dei giardini di Kyoto, qui ripresi in un particolare da una foto del Journal di John Pawson, il grande architetto contemporaneo.
L’arte come aveva rilevato l’avv. Francesco Carnelutti testimonia questo messaggio di bellezza e lo fa vivere, nelle opere materialmente realizzate, oltre i limiti della vita dell’autore.
Nell’arte si illustra anche una novità lentamente evidenziata nel cristianesimo. Come hanno evidenziato antropologi e filosofi (es. Eraclito quando scrive che “in certi fiumi non è possibile entrare due volte”) negli antichi sacrifici pagani una persona veniva sacrificata anche per immersione e annegamento* . Nel corso della storia greca poi questa verità iniziava a farsi luce ma veniva nascosta e ridotta al minimo: la violenza non era rappresentabile nel teatro greco. Come ha scritto nei suoi libri il prof. Giuseppe Fornari nel cristianesimo il meccanismo viene rivelato e rovesciato. Le persone possono invertire l’abituale comportamento aggressivo di appropriazione. In sintesi dal principio del capro espiatorio:” tutti contro uno”si arriva, in certi momenti, al “tutti per uno”, come nel battesimo.
Il rito ripercorre tutta la storia dell’uomo cercando di non limitarla a quello che vediamo ma introducendo il battezzato in una dinamica trascendente, invisibile ma percepibile a partire dall’amore di coloro che hanno cura del battezzando.
Forse non è un caso che una delle più esperienze più piacevoli al mondo, accessibile a tutti è quella di fare una doccia o un bagno.
Nell’arte cristiana, più o meno consapevolmente, non si scartano le parti violente nella storia dell’uomo: Cristo con le mani giunte (nel battesimo di Verrocchio e Leonardo da Vinci, Uffizi, tra il 1475 e 1478 ) o le braccia incrociate (Bellini) accetta il sacrificio con una strana offerta di se stesso, nel sacrificio. C’è un cuore nuovo consapevole anche del prezzo che bisogna pagare per questa verità non facilmente accettabile. E in questa accettazione necessaria dell’altro, anche delle sue difficoltà o violenze, quando non sono possibili educazioni o difese, c’è vero amore.
Così anche nella bellezza dell’arte che è al servizio di tutti, accessibile a tutti, può essere ritrovata il rito del battesimo che può essere ricompreso.
Ma se intorno a me, in generale, grazie anche all’arte, posso trovare bellezza, verità e bontà le situazioni si rinnovano a partire da me stesso . E c’è già un indizio di resurrezione sperimentabile in questa vita. Lo illustra la palma sulla sinistra nel dipinto di Verrocchio e Leonardo: la palma è il simbolo della resurrezione. Non deve essere un caso che sia anche il simbolo del martirio come per dire che ogni vita offerta incondizionatamente per amore \è capace di aprire varchi dentro l’oscurità più impenetrabile.
Allora se queste presenze di valore le riconosco posso continuarle nei miei comportamenti. Allora le 3 figure angeliche che sono sulla sinistra del dipinto di Bellini (e rappresentano la carità, la fede e la speranza) non sono più un altro ostacolo, una minaccia ma la possibilità di lasciar spazio al Divino intorno e dentro di me. Purtroppo l’occultamento di queste possibilità, spesso accantonate anche da chi dovrebbe parlarne, e la forza dei meccanismi di comunicazione dominanti ci orientano in altre direzioni ma è possibile riconoscere, vivere un’altra esperienza affrontando gli ostacoli. Nel dipinto di Bellini c’è infatti il pappagallo che ricorda la Passione di Cristo.
Sul Battista si dilunga anche l’avv. Carnelutti nel suo libro Figure del Vangelo e illustra il dubbio del Battista che chiede a Gesù se devono aspettare altri e non lui. Secondo Carnelutti a Giovanni Battista Gesù, nonostante i segni, appare troppo eversore, troppo vicino ai peccatori.
Forse il Battista non si è sentito amato perché non ha visto, oltre alla corruzione (di Erode) da lui giustamente condannata, anche la presenza comunque resistente della bellezza e dell’amore. Ha annunciato la verità ma non ha riconosciuto l’amore e la bellezza nel modo in cui Cristo operava; secondo Carnelutti “aveva riconosciuto il Figlio senza conoscere Dio”. Peraltro il Battista condensa la verità su Cristo con un’espressione mirabile e molto densa: “ecco l’agnello di Dio“. E la riflette e incarna nella sua esperienza: Giovanni Battista è significativamente protagonista attivo del battesimo di Cristo che immette nella dinamica del Cristo vittima risorta, e lui stesso diventa vittima di Erode. così incarna anche lui e trasmette la verità (della vittima). Ma questa esperienza lo rende immortale e parte integrante di ogni resistente vera speranza.
Questo riconoscimento della bellezza e dell’amore nonostante le difficoltà è possibile, lo illustra anche questo videoclip, tratto da un noto film d’animazione, evidenziando il ruolo chiave di alcune persone che possono essere fondamentali mediatori del significato:
Solo se riconosco come un dono la presenza persistente dell’amore, della bellezza e della verità allora l’accoglienza di quella presenza nelle 3 virtú teologali (carità, fede, speranza) diventa pienamente e volontariamente umana… Allora il messaggio che il Padre comunica al Figlio nel battesimo di Cristo non è rivolto solo a lui ma, anche nella misura di questa consapevolezza ed apertura di cuore, anche a me. “Questi è il Figlio mio, l’amato…”(Mt. 3,17). Solo da lì può partire anche una nuova offerta… Questa partecipazione non è riservata al credente: come insegnano coloro che guidano la comunicazione più incisiva il miglior punto di partenza è la gratitudine per quello che c’è già laddove una persona si trova a vivere: dentro le dimensioni relazionali di riconoscimento della bellezza, della verità e della bontà, e non c’è solo la dimensione immanente ma anche quella del significato, accessibile a tutti coloro che sono consapevoli che non si vive solo di pane e condizionamento indotto. Possono mancare queste condizioni, non esserci accessibili ma si può cercare la luce, nella gratitudine: qui una delle migliori comunicazioni di un grande comunicatore che trova l’inatteso dono in un natale vissuto nella sofferenza ma nell’attesa e nella ricerca di uno spiraglio di luce: in particolare dal minuto 25:
Applicazione: anche con l’arte posso ricordare la rivoluzione operata dal cristianesimo(l’acqua che non annega ma salva) e cercare i segni di bellezza, verità, e bontà dentro l’ambiente in cui vivo. Servirà in certi casi, per resistere, molta gratitudine, fiducia e sacrificio ma in quel momento già la realtà ideale è già presente intorno e dentro la mia persona, e mi viene incontro, a tratti, a momenti. Basterà essere almeno uno per uno, cercando la propria integrità interiore, nel dare. L’ideale sarà arrivare a essere in due, per incoraggiarsi quando uno non ce la fa. Qui in questo scenario di rivelazione dalle potenzialità inattese si comprende meglio il senso dell’offerta di una prestazione, anche contrattuale, anche professionale…
temi: arte, natura, antropologia del rito, battesimo, doccia sacrificio, gratitudine, Kung Fu Panda,
stato: bozza
giorni: battesimo di Cristo, S.Giovanni Battista, magari per una pausa al centro della settimana, il mercoledì
*Purtroppo sono situazioni anche vicine a noi: durante la seconda guerra mondiale il direttore del carcere di regina Coeli Donato Carretta è stato linciato dalla folla e difeso da alcuni è stato poi fatto annegare nel fiume: qui un saggio sull’episodio che è un grande riconoscimento