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151.Credere al di là, secondo i giuristi del Novecento: Giuseppe Capograssi (n.2)

L’incontro con l’Infinito

Il fatto fondamentale  della storia dell’individuo è che l’individuo dispera del finito e chiede aiuto…

Tutto il sacrificio che la storia richiede, e che la vita mi domanda ogni giorno… trasformarlo come offerta di accettazione e di giustizia… Ed offerta per me e per tutti. Accollo da  parte mia della colpa e della croce di tutti. Qui mi sento risorgere…(G.CAPOGRASSI)

 

 

(aggiornamento del 6 aprile  2024)

Sommario: La sorgente. La speranza. Indizi. Esperienza analoga

Come Francesco Carnelutti anche Giuseppe Capograssi, uno dei primi membri della Corte Costituzionale e grande filosofo del diritto,  ha una forte fede religiosa cristiana e, a più riprese nei suoi scritti, mostra di credere nella resurrezione.

I La sorgente: la sua fede è stata acquisita con una esperienza nella lettura dell’Epistolario ascetico di Antonio Rosmini

La fede è stata condivisa con la fidanzata  scritta in 5 anni di carteggi quotidiani

II La speranza: Alla fine di una lunga Analisi dell’esperienza comune  la fede soccorre    ai limiti umani.

Capograssi trova la Speranza nel libro di Giobbe e scrive: “come Giobbe il soggetto nell’ombra stessa della morte pronuncia la parola della vita: Scio quod Redemptor meus vivit. Qui col desiderio e la speranza di un nuovo principio di vita all’azione umana veramente finisce. Solo Dio può continuarla e Cristo la continua” Come può Capograssi  scriverlo così perentoriamente?

III Qui riporto alcuni  indizi di resurrezione che emergono dalla sua esperienza di vita e letteraria

1Esigenza   e risposta”Il fatto fondamentale  della storia dell’individuo è che l’individuo dispera del finito e chiede aiuto ”  e La risposta che trova in scrittori e protagonisti della storia come Antonio Rosmini, Giuseppe Mazzini (G.CAPOGRASSI Introduzione alla vita etica in La vita etica Bompiani p. 167). e il filosofo Vico (” l’uomo desidera una cosa superiore che lo sorregga; una cosa superiore è Iddio; e questi è il lume che Dio ha sparso sopra tutti gli uomini (ivi, cit p. 176)

2Risposta ai bisogni fondamentali.  L’esperienza di fede e amore condivisa con la fidanzata Giulia Ravaglia, con i 5 anni di carteggio quotidiano, poi sposata. La stessa esperienza stata nelle condivisione con altri. Così ha risposto ai tre bisogni fondamentali: l’amicizia, la speranza  e l’uguaglianza (da intendersi alla  luce della giustizia di Capograssi:  prima è  missione individuale di contribuire  e poi con effetto anche distributivo).

3Esperienza pratica  L’esperienza di Cristo dove vede un  esplosivo accollo del male degli uomini, con la novità di essere esemplare e  ripetibile.

 “Tutto il sacrificio che la storia richiede, e che la vita mi domanda ogni giorno…trasformarlo come offerta di accettazione e di giustizia… Ed offerta per me e per tutti. Accollo da  parte mia della colpa e della croce di tutti. Qui mi sento risorgere…”(G.CAPOGRASSI Introduzione alla vita etica in La vita etica Bompiani p.214). Si delinea un  dinamismo autosacrificale che Capograssi vive  sulla sua pelle.”… Pasqua…  passata in mezzo a questi benedetti, aspri, atroci dolori… ma bisogna veramente imparare da lui… veramente avere davanti questo divino Esemplare e non gloriarsi, come dice S.Paolo, se non nella croce di Dio” (una lettera del 17 aprile 1922)

4 Dinamica già presente.  la resurrezione riflette la dinamica di trasformazione dell’universo: ” in questo mondo che sparisce ma  rinasce, che dimostra una così profonda volontà di vita… di resurrezione, l’anima deve vivere, deve fiorire, aspettando la sua” (lettera dell’8 aprile 1923). L’infinito  si innesta anche nelle dinamiche umane ed è incontenibile. Capograssi studioso del conterraneo  Leopardi condivideva la passione per l’infinito. Nonostante la crisi, nella crisi.

Capograssi crede come la grande scrittrice Cristina Campo. I due scrittori  hanno peraltro  tre elementi in comune. Un elemento formale è costituito da due epistolari pubblicati postumi, entrambi testimonianza di fede e cultura: per Capograssi nei Pensieri a Giulia,  per la Campo in   Lettere a  Mita. Poi c’è  un  elemento sostanziale  in comune: la loro fede più che essere ragionevole (come in Carnelutti)  emerge, esplode nelle  dinamiche stesse della esperienze di una vita. Il terzo elemento è la concezione dell’arte: “Infinito nel finito”.

Come è accaduto a Pasqua: “…ognuno di noi cerca di opprimere sotto la pietra enorme della propria superbia, del proprio egoismo il Signore Santo e Misericordioso, il Signore pieno di Amore: ognuno di noi cerca di mettere attorno al proprio cuore i soldati a guardia all’immane sasso attorno al proprio cuore che chiude il grande Signore dell’Amore. Ma la Misericordia compie il suo miracolo, spezza la pietra, rovescia i soldati, il suo sepolcro e conquista l’anima immortale” (G.Capograssi a Giulia Ravaglia 11.IV.1921)

Per questo  l’emozione di Cristina Campo davanti ad una delle icone della Resurrezione, potrebbe essere quella di Giuseppe Capograssi.

“C’è una Resurrezione di Paolo Uccello che è come l’ esplosione di un cratere in fondo al mare – morte e vita strette in una vertigine tale che persino gli elementi sembrano penetrare l’ uno nell’altro: l che risponde ai tre bisogni fondamentali dell’individuo  a roccia è acqua il vento è roccia, e la superficie terrestre, con l’ esplosione dei suoi frutti e fiori, si è fatta tunica di quel Cristo a piedi legati, che esplode in alto, fisso come un sole…”(da Lettere a Mita).

Da non dimenticare la fatica   per sforzarsi di lasciar entrare gli elementi vitali, sforzarsi per lasciarsi trovare direbbe Rosmi che risponde ai tre bisogni fondamentali dell’individuo  ni

Questa comunione in Cristo può riunire le persone, le quali anche se sorelle di sangue possono essere di comportamenti opposti, come Marta e Maria (Gv 11:1-44)

Peraltro proprio il fratello di Marta e Maria che non ha evidenziato un particolare comportamento  attivo  assume la massima rilevanza per tutte le altre persone in quanto risorto dai morti per intervento di Gesù Cristo. La vicenda prima anonima di una persona malata diventa, in Cristo,  la prova più forte di una energia capace di vincere l’oscurità.  Si dirà che l’episodio è narrato dal solo Vangelo di Giovanni e quindi ha una storicità dubbia tuttavia ha comunque un fortissimo significato spirituale in cui il Cristo sollecita ognuno ad uscire dalle proprie tane, dalle proprie zone di comfort secondo la speciale chiamata di Cristo. In ogni caso c’è la vicenda della resurrezione della figlia di Giairo che ha una maggiore  storicità  in quanto narrata in  3 Vangeli (Marco 5,21-43, Matteo 9,18-26, Luca 8,40-56).  Eventuali piccole  discordanze testimoniali sono la regola, come spiegava il detective che ha analizzato con tecniche moderne i racconti del Vangeli. Sembra esserci, specie per chi riceve la fede, quella energia per cui, alla fine,  Henry Bergson scriveva (cito a memoria e in sintesi): “Se veramente fossimo sicuri di sopravvivere  la gioia supererebbe ogni paura”  

(fig: il rosone del Duomo di Firenze)

stato: bozza

giorni: pasquali e di riflessione davanti alla morte, 28 luglio (S. Marta, Maria e Lazzaro)

Approfondimenti:

150. Oltre la morte: gli indizi di Carnelutti(n.1)