Un’altra santa a cui guardare nelle difficoltà è Santa Rita. Vale per i giuristi ma non solo.
Si richiama spesso, anche tra gli avvocati, S.Rita. Lo si fa con una certa ironia, davanti a cause impossibili, quelle di cui sarebbe bene valutare bene prima se assumere una forma di patrocinio, se ha una qualche utilità e i rischi sono molto bassi (da valutare il tempo che, comunque che per essere ben speso, deve almeno essere sovrastato dai alti valori in gioco, non solo patrimoniali). S. Rita è in effetti la santa delle cause impossibili o perse anche se, in genere, il senso dell’appellativo è meno giudiziario e più spirituale. Precisamente si parla della santa dei casi impossibili in quanto ha curato gli appestati senza venirne contagiata. Qui il link
La Santa umbra (moglie, madre e suora) ha vari spunti importanti, anche per i giuristi, al di là della fede, dentro la giustizia. Si racconta che Rita, dopo aver subito l’assassinio del marito, considerò più importante per i figli la salvezza dell’anima che del corpo esprimendo il desiderio che loro morissero piuttosto che si macchiassero di un peccato (la vendetta) che le sembrava irreversibile nei suoi effetti. Questo può sembrare urtante e politicamente scorretto. Eppure anche molti comunicatori oggi come il giurista e psicoterapeuta Scardovelli, come il videomaker Saverio Valenti su youtube, a prescindere dalla fede, ritengono determinante la prevalenza dell’anima sull’ego. Appare problematico definire l’anima ma in genere la si collega al buon desiderio che ci anima e cerca di dare un contributo al mondo, senza offenderlo. Questo è in conformità ai due principi del giurista Ulpiano: Honeste vivere e neminem ledere
Santa Rita è particolarmente interessante, sul piano dell’esempio, nel suo ruolo di pacificatrice tra fazioni rivali. Questo dovrebbe essere il ruolo odierno dei migliori avvocati nell’ottica di una giustizia preventiva (cfr tra gli avvocati che hanno scritto sul tema l’avv. Marco Bernabè del foro di Vicenza) e dialogica (cfr. l’avv. Federico Reggio del foro di Verona). Questo ruolo importante é stato magistralmente sottolineato da Agostino. Interessante notare che anche in uno dei migliori film del 1997 (thriller d’avventura) ha questo stesso nome: The Peacemaker con George Clooney e Nicole Kidman. E in una scena fondamentale mentre i protagonisti cercano di disinnescare una bomba è centrale, sullo sfondo, il crocefisso https://www.youtube.com/watch?v=d5jxXkpstv4
All’inizio e al minuto 1 e 35
Si dirá che è solo sapiente sceneggiatura. Ma la migliore antropologia a cavallo tra secondo e terzo millennio ci ricorda come la croce con la sua rivelazione della violenza umana la puó disinnescare.
Il crocifisso è colonna fondamentale della vita di Rita. Ma lo è anche per un giurista non credente che ne ha rilevata la rilevanza nel giudizio, per evitare che sia condannata una vittima innocente: Piero Calamandrei. Ci può essere per il giurista, nella croce, la grazia di vedere e difendere la vittima.
Yves Klein è uno dei più grandi artisti contemporanei, inventore del blu Klein aveva chiesto una grazia a S.Rita. La ricevette e pensò di ricambiare con una scultura:
http://blogs.walkerart.org/visualarts/2011/01/27/yves-klein-and-the-patron-saint-of-lost-causes/
Addirittura Klein ha scritto una preghiera a S.Rita: http://robedachiodi.associazionetestori.it/wp-content/uploads/2009/07/klein1.jpg
stato del post: bozza
giorni: 22 maggio e quelli delle cause impossibili
per approfondimenti: qui grazie ad Andrea Lonardo