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10 Perché e come resistere fuori dalla zona di comfort

Contro la zona di  panico. Da Van Gogh, Caravaggio S.Francesco, Capograssi e Churchill. Tra povertà, collaborazione e affidamento

Un’imbarcazione è più sicura quando si trova in porto. Tuttavia non è per questo che le barche sono state costruite (Paulo Coelho)

(agg. 23 settembre 2024)

Fuori dalla zona di comfort

In certi momenti la esperienza professionale pone di fronte a situazioni  nelle quali diversi rami del diritto  si intersecano e si influenzano. Un caso classico sono le questioni di confine nelle quali la normativa civilistica si interseca con la normativa amministrativa urbanistica, accade anche nel bonus 110 concesso a chi migliora le abitazioni. Le intersezioni sono cruciali, difficili ma anche ricche di possibilità.  Ora le nuove frontiere prospettano i rapporti tra contratti e mondo digitale. In quei casi  l’avvocato civilista deve uscire dalla sua ristretta competenza e valutare l’impatto di altre norme  di diritto pubblico ed è particolarmente faticoso. Tutti gli esperti di formazione personale dicono che in certi momenti bisogna uscire dalla zona di comfort.

Alcuni artisti sostenevano la creatività e quindi la propositiva ragione di questa fuoriuscita: Faccio sempre ciò che non so fare per imparare come va fatto”(Vincent Van Gogh) e l’hanno dimostrata in modo vivo. Come in questo particolare:

Il problema è restarvi per il tempo necessario e riuscire a stabilire le relazioni necessarie. Ma non bisogna  entrare nella zona di panico…Ci si sente a disagio quando non si ha dimestichezza con quanto si fa abitualmente, si vorrebbe avere subito più confidenza, più familiarità. Ma come trovarla? I coach contemporanei (ad esempio Robbins e Montemagno) ci ricordano la via dei fondamentali nell’affrontare: utilizzare quanto si sa per avventurarsi nella zona ignota. Partire dai fondamentali per acquisire una conoscenza adatta (il giurista ad esempio sarà in contatto con l’amico esperto oppure davanti a nuovi fatti ci si appoggerà a quanto conosce, i principi generali e  casi analoghi). Ma quando non ci sono punti di riferimento e i problemi non sono tecnici come comportarsi?Ci vuole allora qualcosa di più, i formatori contemporanei parlano di  fidarsi. Anche il regista Nolan parla del leap of faith

Il grande giurista e filosofo del diritto Giuseppe Capograssi, in generale, per stabilire un miglior rapporto con le cose indicava un suggerimento di San Francesco: “chiamò sorelle tutte le cose, sentì la fraternità delle cose perché fu colui che più alta sentì la paternità di Dio”(Pensieri a Giulia, nella lettera del 4 ottobre 1920). Il grande giurista suggerisce che solo questa relazionalità, sorgente e contenuto nascosto delle altre relazioni significative, può generare momenti di riposo, sia dentro il tempo sia quando questo finisce. Hanno avvertito la ricchezza creativa della povertà come momento per accogliere una forza più grande i santi:  S. Lorenzo definisce le povertà come ricchezze della Chiesa https://www.frontierarieti.com/san-lorenzo-i-poveri-sono-le-stelle-e-i-tesori-della-chiesa/, S. Francesco e S.Chiara, San Gaetano. Da quella zona sconfortante, oltre la desolazione, anche se si prova l’esperienza dell’abbandono, nella fiducia sull’amore come resistente presenza,  si attiva una dinamica superiore come mostra Giovanna d’Arco, nella fine dell’articolo a lei dedicato:

162. Contro la paura: la forza di Giovanna d’Arco

Cioè la familiarità si trova se ci si sente inseriti in una famiglia, in una resistente famiglia inclusiva anche della pietra scartata, del profeta fallito, della veggente, anche al di là di quella umana: se una persona si sente figlio e dunque amato (cfr. quanto afferma lo scrittore Nouween) può resistere fuori della zona di comfort. Guardando anche alle qualità delle persone che ci circondano, alla gioia che ci danno i beni che ci circondano.Ultimamente è diventato uno stile di vita il minimalismo, cioè concentrarsi e tenere le cose essenziali.

Persone e cose. La famosa  scrittrice giapponese Marie Kondo suggerisce di tenere solo le cose che ci danno una scintilla di gioia. La stessa scrittrice è stata corretta dai minimalisti americani: meglio fare attenzione e custodire particolarmente i beni che possono migliorare le relazioni, senza darli per scontati. Anche il patrono di Bologna, S. Petronio sembra che abbia utilizzato i beni per migliorare la vita spirituale delle persone (7 Chiese) e la sicurezza del loro abitare (le mura e le case).    Una singolare applicazione di questo minimalismo si può trovare nella legenda aurea di Jacopo da Varagine l’imperatrice Elena* per trovare la vera croce ne considera gli effetti benefici. Riuscì a rinvenire tutte le tre diverse croci utilizzate il giorno della morte di Cristo. Come scartare quelle dei due ladroni e tenere quella di Cristo? Per identificare quella sulla quale era morto Gesù, Sant’Elena sfiorò con il legno un defunto e questi resuscitò. La croce vera venne considerata quella che aveva un straordinario benefico effetto. Anche le cose hanno valore se esprimono una personalità e soprattutto se servono a condividerla e trasmetterla, se servono ad amare ed essere amati. Quando si sente questa familiarità addosso allora si riesce ad essere più tranquilli e ad avere un rapporto migliore con le cose per quanto subito ci appaiano estranee. Per questo anche Marie Kondo ha poi cambiato la sua visione con il primato delle relazioni, a partire dalle persone più innocenti, i suoi figli. Allora anche le relazioni con le persone possono migliorare e diventare più autentiche. A partire da una umiltà filiale che può diventare generativa. Può aiutare anche la consapevolezza che il nostro sguardo sulle situazioni, il nostro contributo anche eccezionale,  ha bisogno di tempo per essere compreso, è successo ad Antonio Rosmini, e anche a Van Gogh. Qui in un video clip gli è resa giustizia: 

Capograssi su S.Francesco

Questa fraternità è meglio comunicata in questo video:

Nelle immagini: Van Gogh, particolare da Autoritratto, Giuseppe  Capograssi, un particolare dell’estasi di San Francesco secondo  Caravaggio, la lettera di Capograssi alla fidanzata a Giulia del 4 ottobre 1917.

Serve anche la disponibilità a  lottare per la difesa delle persone,  con fermezza ed equilibrio qualora siano in gioco valori e principi (quella che Stephen Covey chiama etica del carattere, quella che contrappone, in modo  duro, all’etica della personalità ritenuta solo esteriore): nel video tratto dal film 300 sugli Spartani alle Termopili. Basta cambiare le parole del grande oratore e calarle nella nostra esperienza dove la lotta è spesso profondamente immateriale (come si ricorda nelle Scritture: Efesini 6, 10-17), contro qualcosa di negativo, contro un meccanismo che si è creato più che contro le persone che quando sembrano spietate sono schiave di qualcosa che le deforma. Ricordo che la poesia di Simonide di Ceo tradotta da Quasimodo** sul sacrificio degli spartani era talmente emozionante che  la imparai naturalmente a memoria alle scuole elementari

Applicazioni: quando è  necessaria una competenza specifica in materie che non rientrano nella nostra si può ricorrere ad un collega più specializzato di noi. Entrare in collaborazione con lui  definendo e dividendo  oneri ed onori  potrà farci sentire la la confidenza con le cose e quindi la fraternità con le persone. Ci saranno momenti difficili ma potremo ricordare la frase di Churchill: “C’è solo una cosa peggiore di combattere con gli  alleati, Combattere senza”. E, come sottolinea Capograssi,  riprendendo Paolo di Tarso,  resistendo nella fede, ci potrà essere “l’introduzione di una migliore Speranza”(Ebrei 7,19). Ognuno può sviluppare aree specifiche di competenza (basta solo una particolare competenza,  scrive  Seth Godin, non siamo obbligati ad essere Superman in ogni aspetto) in cui possiamo dare il contributo migliore ma bisognerà anche comprendere i punti di connessione con altre competenze,  gli snodi cruciali e vitali (lì si porta la croce…). Sarà importante scegliere e comprendere  il fondamento del nostro lavoro (la propria mission) per dargli solidità, alla fine resterà solo la relazione migliore a cui abbiamo cercato di contribuire.

Giorni: 4 ottobre (S. Francesco e S. Petronio) e in tutti i momenti di difficoltà, “lontani da casa”;18 agosto (S.Elena), 10 agosto (S. Lorenzo) 11 agosto (S.Chiara)

** sì dirà che è una leggenda, un racconto fantastico, senza dubbio ci sono elementi di fantasia ma bisogna ricordare che la verità cristiana è spesso raccontata con racconti in parte di fantasia che hanno nuclei di verità storica capaci di svelare la falsità di molti altri racconti. Si dirà che non ci sono prove in questo caso ma come la migliore letteratura, anche fantastica,  peraltro illustrata da  uno dei grandi artisti del Quattrocento, Piero della Francesca,  ha un suo significato capace di darci importanti criteri per decidere dentro la nostra vita. Peraltro legenda è un racconto che nel significato latino è letteralmente ” da leggersi”  o “deve essere letto”, ognuno poi potrà giudicarlo come crede.

*“Per i morti alle Termopili”

“Di 
quelli
 che 
caddero 
alle
Termopili
famosa 
è 
la 
ventura,
 bella
 la 
sorte
e 
la 
tomba
 un’ara. 
Ad
 essi 
memoria
e
 non 
lamenti;
 ed 
elogio 
il 
compianto.
Non 
il 
muschio, 
né 
il 
tempo 
che 
devasta
ogni 
cosa 
potrà
 su 
questa 
morte.
Con
 gli 
eroi, 
sotto 
la 
stessa 
pietra,
abita
 ora 
la 
gloria 
della 
Grecia”.

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