Articoli, Possibilità

135. Davanti al male: le difese degli amici che aiutano la nostra anima

Shakespeare, il giurista Capograssi ed un eroe dei nostri tempi, Massimiliano…

Una dedica a Luca

“Il punto non è che la vita è bella e salva quando abbiamo tutte le rassicurazioni possibili per essere al riparo dalle tragedie, ma che è vera (è reale) solo quando tremiamo perché ci accorgiamo che è da salvare in ogni istante, in pericolo, e non è in mano nostra”( J.K. Chesterton)

(aggiornamento: 18 ottobre 2023)

Davanti al pericolo del virus e della malattia siamo tutti confusi. Non sappiamo calcolarne la forza e preparare una adeguata resistenza. L’influenza ha sempre fatto migliaia di vittime ma la forza del contagio, nel caso del corona virus, ci fa pensare ancora di più. Davanti al virus, oltre ad ascoltare il parere dei migliori scienziati ed il proprio medico, al proprio piano personale e concreto per evitare il virus, all’adozione di tutte le misure igieniche, può essere utile, dopo aver preso una decisione, per supportare il proprio atteggiamento, considerare altri supporti su cui confidiamo.   Shakespeare conosce l’angoscia e sa prepararci a queste difficoltà con le parole immortali di Amleto: “Essere pronti è tutto“, sia per preparare, sia per improvvisare. Per sentire meglio queste parole il video sottostante tratto da Amleto può aiutarci, anche per ammirare la grande regia e interpretazione di Kenneth Branagh.

Il video sotto è in inglese. Qui la traduzione del punto più alto del dialogo:

“ORAZIO: Se l’animo è avverso a qualcosa, obbeditegli. Vado a dire che non scendano, che non vi sentite bene.AMLETO: Niente affatto. Sfidiamo i presagi. C’è una speciale provvidenza anche nella caduta di un passero. Se è ora non è dopo; se non è dopo sarà ora; se non è ora dovrà pure succedere. Essere pronti è tutto. Visto che nessuno, di ciò che lascia, sa nulla che importa andarsene un po’ prima? Non parliamone più”(Amleto atto V, scena II).

La frase di Amleto sembra riprendere l’affermazione del Vangelo che suggerisce che qualcuno comunque ci custodisce e non è poco.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati;  non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!”(Matteo 10,29-31)

Sembra impossibile avere fiducia quando le cose vanno male ma lo hanno fatto e testimoniato  alcune persone, anche condannate a morte dalla malattia, come Chiara Corbello Petrillo o la mistica Marthe Robin .

Poi successivamente lo stesso Vangelo  mostra la fonte della readiness di Shakespeare:” Siate pronti”. “Estote parati“(Luca 12,35). Purtroppo, nel caso del corona virus le misure igieniche aiutavano ma non sono state spesso sufficienti. E, non essendo a teatro, non possiamo sfidare i presagi come Amleto. Li interpretiamo. La vita nostra e degli altri è una sola.

Di fronte a queste gravi calamità e alla prospettiva del contagio  il nostro cuore rimane disorientato e necessita di un supporto. Vediamo se i grandi giuristi del Novecento ce lo possono dare. L’avvocato e filosofo del diritto Giuseppe Capograssi è vissuto al tempo in cui l’influenza cosiddetta spagnola ha decimato intere popolazioni:  fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo

Come ha reagito Capograssi davanti alla malattia e alla morte? Giuseppe stava iniziando la sua attività di giurista. Scrive alla fidanzata Giulia. Non menziona direttamente su quella  malattia ma sottolinea il problema del dolore che ogni malattia provoca. Secondo Capograssi per un credente la sofferenza ha una segreta funzione: permette di partecipare alla realizzazione della Passione di Cristo. Precisamente, come aveva affermato San Paolo (Colossesi 1,24) il dolore consente di “compiere quello che manca alla Sua Passione” (15 giugno 1919). Secondo questa professione di fede ogni ammalato partecipa al mistero della redenzione, della salvezza dal male dell’umanità. “Ogni uomo che soffre ingiustamente diventa un poco come Dio in croce” (6 giugno 1920)

E se la Passione è fatta anche di angoscia lo scrittore  Charles Peguy sottolineava una grande consolazione:  Gesù nel Getsemani non pregava Padre Nostro ma, abbandonato dagli apostoli, il Padre che quel punto diventa  Suo, il “Padre mio“: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”(Matteo 26,42)

   

C’è anche un altro conforto per il credente: subito dopo l’obbedienza manifestata,  secondo il racconto del Vangelo, al Cristo  apparve un angelo, un messaggero per consolarlo (Luca 22,43). E se si tramanda l’angelo con la sua immagine con le ali non è perché era realmente  un mostro (metà uomo e metà uccello). Piuttosto come molti angeli terrestri che incontriamo le ali indicano,  simbolicamente,  chi può  dare  l’energia persa da chi  è stremato nel cuore. La  fede nel Padre aiuta molto ma ogni persona, credente o meno,  ha relazioni di riferimento, un “padre” a cui affidarsi.

Nel sottostante videoclip si può trovare un angelo, un messaggero per noi che ci insegna a vivere, anche nell’angoscia. Un esempio un supporto per vivere la nostra vita, nella lotta davanti alla malattia. Si tratta di un esempio straordinario, incontenibile, commovente di  sofferenza vissuta per mostrare le possibilità che si hanno di lottare davanti a limiti pesantissimi. Attraversato da un dolore enorme Massimiliano Sechi  si è sforzato per  trovare  una salvezza inimmaginabile e la insegna agli altri. Il commovente video è  tratto da una  trasmissione molto popolare e Massimiliano la eleva e ci dona l’energia di cui abbiamo bisogno. Buona visione

 

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temi: malattie, virus, sofferenza, Essere pronti, Shakespeare, Massimilano Secchi

tempo: di sofferenza, calamità

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Una dedica:  all’amico Luca Tasson , scomparso prematuramente .

L’amico Luca Tasson è mancato dopo breve malattia a 58 anni a febbraio 2023. Lo ricordo come chi voleva il meglio dalla vita e lo inseguiva con determinazione e rispetto. 

Non riuscendo ad unirmi nella corona di fiori preparata dagli amici per il funerale ho pensato di ricordarlo in una messa il giorno del suo onomastico, il 18 ottobre

Dopo aver ottenuto  l’assenso della sorella Paola e della famiglia,  ho chiesto ad un  sacerdote di ricordare  alla messa delle 19 e 30 nella  Chiesa di S. Giovanni Battista al Villaggio Giardino,  Luca Tasson (e suo padre Giuseppe) per il suo onomastico. Fatalità il 18 ottobre cadeva di mercoledì,  l’unico giorno in cui la messa feriale veniva celebrata in quella Chiesa e fatalità era celebrata anche da un sacerdote di orientamento non conservatore.

Luca Tasson  indossava le scarpe inglesi Church, ho pensato che un’altra Church ( Chiesa) ora non gli sarebbe dispiaciuta. In questa vita aveva apprezzato la Chiesa del Villaggio giardino, firmata dall’arch. Michelucci… Così l’ho detto anche agli amici
Poi  pensando  a Phil Collins One more night ho pensato che potevamo chiamare questa possibile reunion con gli amici: One more Church for Luca.

Luca vuol dire luce e la sua vicenda fulminante illumina la nostra vita (Luca… luce…) e attenua  le nostre lamentele. Lui, Luca continua a sorriderci…e, se lo vogliamo, lasciandolo presente (dono), ci libera dalle nostre prigioni…

Segnali di luce

Dopo aver fissato al giorno 18 ottobre 2023(per il suo onomastico) il ricordo  di Luca Tasson (e suo padre Giuseppe)  alla messa delle 19 e 30 nella Chiesa di S. Giovanni Battista al Villaggio Giardino  mi è successa una cosa strana.

La mattina del giorno dopo aver prenotato la messa, era il 12 ottobre 2023,  ho trovato dentro una mia agenda con cui riordino in generale le mie idee una sorpresina: un foglietto vagante di un calendario a strappo, 18 ottobre, domenica. Mi ha colpito molto, subito ho pensato ad  un segno. Poi riflettendo ho pensato che forse lo avevo trovato mesi fa per caso  e messo da  parte nell’agenda.  Ma anche se  così fosse  perché questo foglietto, mesi fa,  mi era venuto incontro? Il 18 ottobre avevo organizzato per gli avvocati una conferenza su Caravaggio nel 2013. Ma il foglietto del calendario – ho fatto la ricerca –  risale al 2020, cosa  ci facesse lì, nella mia agenda, adesso o mesi fa,  non lo so proprio… forse solo Luca, ora,  lo sa…
Lo scrittore Clive Staple Lewis che ha sofferto la prematura scomparsa della moglie strappatagli per tumore, come Luca, scriverebbe  “Un’assenza che riempie il cielo”.Lo sottolinea(alla fine del video) anche  lo psicologo e abile comunicatore Recalcati… Un’assenza che il Cielo, animato anche dalla luce di  Luca, riempie.

https://www.youtube.com/watch?v=Wa22UGZgJls