Due risposte al problema della violenza umana. Sempre da rinnovare
Cor ad Cor loquitur (J.H. Newman, citazioni significativamente con maiuscole)
(aggiornamento del 25 giugno 2022) La limitazione della libertà e la violenza sono gravi problemi per la persona. La legge cerca di tutelare la persona. C’è il diritto alla libertà di movimento, all’integrità fisica (ai tempi del mio primo esame di privato erano i diritti della personalità*…) e quindi alla necessaria valutazione di un Giudice della legge prima di essere sottoposti ad una limitazione della libertà personale.
Giuridicamente si parla di Habeas corpus. Il nome del fenomeno è preso dal primo provvedimento legislativo che ha avuto questo nome. ll 27 maggio 1679 viene emanato da Carlo II d’Inghilterra l’Habeas Corpus Act, uno dei più efficienti sistemi di salvaguardia della libertà individuale contro detenzioni arbitrarie. Quei principi sono stati estesi alle varie legislazioni nazionali e internazionali. In Italia, il diritto alla legalità della restrizione della libertà personale è sancito dagli articoli 13, 24, 25 della Costituzione.
Il principio è stato poco rispettato, anche durante la pandemia per Covid 19 con forme di segregazioni indirette, spesso giustificate anche considerando la confusione scientifica a riguardo. Esempio tipico ma non unico di questa ingiustizia è il vaccino forzato per i medici a pena di sospensione dal lavoro.
Si può prevenire in parte la violenza fisica e detentiva con l’educazione, la legge, con giuristi pieni di attenzione. Ma, quando si scatenano le passioni, specie quelle guidate da interessi economici e le possibilità collegate il quadro scientifico è influenzato, le leggi non sono adeguate e possono, con evidente abuso del diritto, compromettere l’integrità fisica e la libertà della persona. Il debole soccombe.
Poi la legge arriva fino ad un certo punto anche perché il conflitto di interessi che limita l’azione del diritto può essere altrettanto epidemico se non pandemico (qui a fianco il libro di Guido Rossi, l’autore di leggi che cercano di evitare il conflitto di interessi societario, ha confessato impotenza di quelle stesse leggi) poi le persone non sempre comprendono lo spirito migliore delle leggi e non vogliono applicarle nel modo adeguato. Pertanto in certi casi, come mostra l’abuso del diritto, il diritto diventa non la salvezza ma un incubo peggiore.
Certe testimonianze tuttavia ci parlano nella storia di una presenza che soccorre l’uomo che senza essere adeguatamente difeso in tempo subisce addirittura la violenza fisica ma mostra un atteggiamento proattivo: tra lo stimolo violento e la risposta c’è la sua possibilità di scelta (Stephen Covey, Viktor Frankl). Per esperienza sappiamo tuttavia che di fronte a certe violenze l’autodeterminazione è incerta, ma il Cristo pur attraversando l’angoscia e la paura ha una relazione fortissima che lo guida e sostiene. Vive di un amore che riferisce a suo Padre, che soccorre la persona e la rende capace di resistere nell’amore fino al sacrificio. Il corpo che non può ricorrere alla difesa subisce questa violenza (non altrimenti evitabile), se incarna lo spirito di quella relazione tra il Padre e il Figlio, può diventare l’espressione massima di un amore che non può venire solo dall’uomo.
Come ricorda e illustra l’Ultima Cena di Leonardo,
duplicata dal film Quo Vadis
moltiplicata da Andy Warhol
Qui un video clip di sintesi del celebre film di Gibson e di quegli eventi :
Ricordano il Corpus Domini, un mistero della fede cristiana per cui, con un rito, inizialmente seguito da certi eventi dolorosi, il pane distribuito agli apostoli diventa il corpo ed il sangue del Cristo che anticipa durante l’ultima cena gli eventi di cui sarebbe stato destinatario e protagonista poco dopo (Passione , morte e resurrezione). Il mistero oggi faticosamente accettato fa dimenticare la dimensione antropologica evidente : una persona con il suo corpo, un vultus Domini ad un certo punto, inevitabile, accetta e perdona la violenza subita da coloro che lo mettono a morte, lo abbandonano e lo tradiscono. Così, in qualche modo, salva le persone altrimenti condannate dalle loro azioni violente. Un corpo umano, a seconda delle interpretazioni, mostra e/o diventa il Corpo del Signore. L’Ultima Cena, magnificamente illustrata da Leonardo in un’opera fragile che partecipa anche nella forma del dramma umano rappresentato; anticipa quella violenza e la supera nell’offerta del proprio corpo e nel perdono, poi trasmessa nel rito della messa e delle esperienza individuali che ripetono quel sacrificio offerto.
Anche per chi non crede al cristianesimo il genitivo Domini può indicare che la sua persona appartiene al Signore, Signore che per lui diventa l’espressione di una sfera di diritti inviolabili. Ne consegue l’importanza della loro difesa che può imitare nello spirito quell’amore di consolazione e tutela .
Così si può rivitalizzare anche il diritto che difende il corpo. Con l’ottica che nasce dalla tradizione giudaico cristiana si riescono a vedere tutti i soggetti che abbisognano di tutela e di forza. Il diritto ha gravi limiti d’azione. Francesco Carnelutti ad un certo punto ha visto tutta la sua impotenza: . “All’avvocatura io debbo la sfiducia nel giudizio, o la sfiducia nel diritto… insomma la sfiducia nel pensiero… ma insieme la fiducia nell’amore” (Francesco Carnelutti, Vita di avvocato). L’amore, volendo, credendo, sperando e amando con la fede nel diritto (Calamandrei), e/o con la fede nel dinamismo generato dal Corpus Domini, sforzi convergenti verso la persona difesa dal diritto possono ridare forza ad un diritto che percepisce i suoi limiti, possono essere, qualunque cosa accada, l’ultima parola. Parola di Costituzione o Parola di Dio in atto, slanci ideali, storicamente avverati e faticosamente ripetibili che tutelano l’espressione della personalità umana e non la sua limitazione.
Applicativi: comprendere e rimettere al centro l’Habeas corpus per difendere le persone con un rinnovamento creativo che attinga ad una pluralità di discipline, antropologia, psicologia, religione, filosofia, economia e politica che nella loro convergenza riportino l’uomo a ricomprendere il suo significato profondo, il suo compito nel mondo, oltre il nichilismo e l’edonismo.
La vita quotidiana presenta i suoi sacrifici (come testimonia Madeleine Delbrel) e lì si ripete in modo ridimensionato ma prolungato, lungo tutta la vita, l’Ultima cena come mostra l’arte di Andy Warhol
o il libro di Leo Steinberg sin dal titolo: Leonardo’s Incessant last supper
La speranza è che tra Habeas Corpus e Corpus Domini ci si parli per una fecondità reciproca. Habeas Corpus ad Corpus, cor Domini loquitur . In questo modo si sviluppa e realizza il motto del card. Newman: Cor ad cor loquitur, il cuore parla al cuore. Il motto di Newman diventa un modo per ricordare questo dialogo possibile e fecondo tra esperienza giuridica (Habeas Corpus) ed esperienza spirituale cristiana (Corpus Domini).
*Nota di metodologia nello studio: Con il metodo degli acrostici, delle prime sillabe, all’esame di diritto privato ricordavo i diritti della personalità. Avevo formato una frase che poi diventava immagine (in quel caso la frase era: “viin onono immamo ideri”, l’immagine era “rivolgersi al nonno e dire o nonno io amo molto il vino e rido” e corrispondeva a: diritto alla vita, integrità fisica, all’onore, al nome, all‘immagine, morale d’autore e inventore, identità e riservatezza)
Stato del post: bozza iniziale