Articoli, Possibilità

67.Il difensore: una presenza fondamentale, al di là dell’apparenza

ritrovare il senso della difesa, della sua novità. La mostra a Vicenza (dicembre 2023)

 là dove non si penserebbe mai…

 

 La moltitudine ascolta le parabole, i discepoli la verità (S. Girolamo)

L’Essenziale. Il modo di comunicarlo. Non ci appartiene ma ci viene incontro

(aggiornamento 31 dicembre  2023) Scrivere quello che per lui era l’essenziale, tradurlo nel linguaggio comprensibile: lo ha fatto in modo magistrale San Girolamo traducendo dall’ebraico  al greco le Scritture… Caravaggio ritrae il traduttore della Bibbia in due età, sopra alla fine della vita, qui sotto, forse, all’inizio della traduzione…

 

Girolamo forse aveva imparato che non bisogna sempre essere espliciti in tutto, bisogna adeguarsi all’interlocutore, all’ascoltatore o lettore. Lo imparava traducendo le parabole del suo maestro. Le parabole  sono secondo l’insegnamento della Treccani la narrazione di un fatto immaginario ma appartenente alla vita reale, con il quale si vuole adombrare una verità o illustrare un insegnamento morale o religioso. Girolamo trovava nelle parabole di Gesù una comunicazione comprensibile nei suoi elementi fondamentali, gli stessi che costituivano l’ambiente concreto in cui gli ascoltatori vivevano:  la terra, le vigne, il raccolto, la zizzania.  Ma il significato profondo della parabola dipendeva da una riflessione più profonda. E, secondo i migliori commentatori,  la rilevanza pratica dipendeva da una  apertura del proprio cuore verso la conoscenza che il Maestro voleva comunicare e nel suo atteggiamento di compassione verso la sofferenza altrui. Per questo San Girolamo scrisse:

Multitudo audit parabulas, discipuli veritatem

Tutti ascoltano in superficie (le parabole), chi ha approfondito e meditato le prime parole del suo Maestro può conoscere le verità più alte. Anche se non è detto che le metta in pratica.

Girolamo si è sentito forse di appartenere alla elite dei discepoli quando ha scritto questa suggestiva frase che ci invita alla vita interiore.  Eppure forse anche lui, in un caso a me noto, cade nel tranello della moltitudine e si ferma alla parabola. Girolamo traduce tutto nella Bibbia  tranne una parola che non riesce a capire come possa trovarsi lì. Si tratta di un termine tecnico, da Tribunale e si riferisce all’avvocato. “Questa parola comune a  Gesù e allo Spirito, è Parakleitos. San Girolamo ha rinunciato a tradurla e  l’ha semplicemente trasposta” (Renè Girard). Sembrerebbe  giustificato questo disagio di Girolamo. Il comportamento degli avvocati talvolta è spregiudicato oppure può capitare che condivida gli sbagli delle altre persone, aggravato dal fatto che dovrebbero  invece difenderle.  Poi questa qualificazione aveva già avuto una sua realizzazione e un riconoscimento storico. Non si trattava di nulla di nuovo. Ci sono sempre stati  leggi e difensori, anche ai tempi dell’impero romano e anche prima. Senza dubbio è anche così. Ma le Scritture hanno una caratteristica particolare, evidenziata solo alla fine del secolo scorso: difendono le vittime che non sono facilmente visibili, le vittime nascoste. L’essenziale non ci appartiene ma ci viene incontro in modo imprevedibile. Come lo  ha ricostruito una originale antropologia che si affermata a partire dagli anni Settanta con l’antropologo Girard (lo stesso, in un privato colloquio mi ha messo in guardia da un’interpretazione d’elite della frase di Girolamo): mentre nei racconti mitici, come quelli presenti nella letteratura greca (ad es. Edipo), le vittime sono nascoste o colpevolizzate, nei racconti biblici sono evidenziate e difese, specie quando la narrazione ne escludeva l’esistenza.  La difesa è opera di  alcune persone che vengono animate dallo Spirito Paraclito, e si ergono come difensori.  Come è stato meglio spiegato in altri post. E il messaggio si collega ad un possibile cambiamento che può avvenire in chi vede le  vittime evidenziate dalle Scritture. Per il lettore delle Scritture che applica, come Girolamo sé stesso al testo e il testo a sé stesso può scattare una rivelazione: la possibilità di vedere la vittima, a partire da quella che anche lui stesso provoca. In questo modo chiunque avverta il bisogno di comunicazione e difesa della vittima e se ne prenda cura, portando con lei una croce non facile da portare, diventa Paraclito. E appartiene, ne sia o no consapevole ad un alto messaggio spirituale, spesso ignoto, sul piano antropologico, anche a coloro che lo annunciano o lo celebrano.   In latino hostia è il nome per la parola vittima, l’ostia che, fatalità, è al centro anche dei riti cattolici.  Difesa dal Paraclito (qui continua)

Caravaggio evidenzia la tensione e la  luce che attraversa queste opere. Lo si è evidenziato in due incontri presso l’Ordine degli avvocati: nel 2013

Caravaggio per gli avvocati

77. Nel buio una luce, anche per la migliore difesa

Per i giuristi: c’è la possibilità di comprendere l’importanza della loro attività, cogliendone il fondamento imprevedibile e sempre nuovo: essere paraclito, difensore anche al centro di una dinamica spirituale di alto significato,  come Gesù e lo Spirito. Poi tra l’ideale e il reale ci sono ipocrisie, difficoltà, zone grigie e di complessità (persone vittime per certi aspetti e carnefici per altri, in dinamiche diverse talvolta collegate da meccanismi di vendetta) e circostanze impeditive ma è importante  cogliere la direzione verso cui andare.

E  chiunque cerca di realizzare questa funzione può diventare  un modello comportamentale ideale e, a tratti e momenti, incarnare il Paraclito.

temi: Caravaggio, Girolamo, traduzione, Paraclito, vittime

Giorni: 30 settembre (S.Girolamo) e momenti in cui non si avverte il fondamento del proprio lavoro, 9 agosto (S.Domenico)

Stato dello scritto:  bozza

Applicazioni: a Vicenza nella Basilica Palladiana c’è (dicembre 2023 gennaio 2024)una mostra con tre sole opere, le unisce l’oggetto della riflessione: il tempo.https://www.mostreinbasilica.it/it/caravaggio-van-dyck-sassolino

La prima è il Caravaggio sopra commentato. Il grande pittore mostra come S. Girolamo dedichi tutto se stesso alla traduzione delle Scritture, un messaggio che si presenta come eterno e si rafforza nella testimonianza di s. Girolamo il cui braccio segue nell’illustrazione di Caravaggio   il corpo, il libro  delle Scritture sul tavolo.

La seconda  opera è  Le tre età dell’uomo di Antoon Van Dick. Il grande ritrattista che mostra persone che vivono le tre età indipendentemente. Sembra riflettere solo il cinismo umano. Guardando meglio però il bambino presuppone una cura, anche per la sua nascita, la dimensione della giovinezza raffigurata dalla ragazza a destra si intreccia con la vicenda dell’uomo maturo. La dimensione della vecchiaia pur nella sua solitudine sembra indicare una direzione, forse verso un punto di resistenza, forse di rinascita, oltre il tempo.

La terza opera è, per il visitatore della mostra, la prima in ordine di apparizione: No memory without loss. Un’artista contemporaneo, Arcangelo Sassolino,   offre un’opera   che è una riflessione seria sul tempo: il disco lentamente avanza  con un effetto spettacolare per chi sa coglierne il contrasto e la luce che emana nell’oscurità in cui è immersa la Basilica. Implacabile avanza lasciando residui a terra, polvere o piccole tracce. Dipende anche da noi le une o le altre. Peraltro  mettendo il disco sullo sfondo si possono fare piccoli ritratti fotografici personali veramente spettacolari, favoriti dal riflesso della luce

Video: serve un significato che sia resistente ed importante per noi e gli altri. Qui la continuità con la filosofia stoica che è insieme momento rivelatore di una tensione umana e nuovo principio. Qui la filosofia è riflessa nei migliori film

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