ritrovare il senso della difesa
là dove non si penserebbe mai…
La moltitudine ascolta le parabole, i discepoli la verità (S. Girolamo)
(aggiornamento 30 settembre 2021) Scrivere quello che per lui era l’essenziale, tradurlo nel linguaggio comprensibile: lo ha fatto in modo magistrale San Girolamo traducendo dall’ebraico al greco le Scritture… Caravaggio ritrae il traduttore della Bibbia in due età, sopra alla fine della vita, qui sotto, forse, all’inizio della traduzione…
Girolamo forse aveva imparato che non bisogna sempre essere espliciti in tutto, bisogna adeguarsi all’ascoltatore o lettore. Lo imparava traducendo le parabole del suo maestro. Le parabole sono secondo l’insegnamento della Treccani la narrazione di un fatto immaginario ma appartenente alla vita reale, con il quale si vuole adombrare una verità o illustrare un insegnamento morale o religioso. Trovava nelle parabole di Gesù una comunicazione comprensibile nei suoi elementi fondamentali, gli stessi che costituivano l’ambiente concreto in cui gli ascoltatori vivevano: la terra, le vigne, il raccolto, la zizzania. Ma il significato profondo della parabola dipendeva da una riflessione più profonda. E, secondo i migliori commentatori, la rilevanza pratica dipendeva da una apertura del proprio cuore verso la conoscenza che il Maestro voleva comunicare e nel suo atteggiamento di compassione verso la sofferenza altrui. Per questo San Girolamo scrisse:
Multitudo audit parabulas, discipuli veritatem
Tutti ascoltano in superficie (le parabole), chi ha approfondito e meditato le prime parole del Maestro può conoscere le verità più alte. Anche se non è detto che le metta in pratica.
Girolamo si è sentito forse di appartenere all’elite dei discepoli quando ha scritto questa suggestiva frase che ci invita alla vita interiore. Eppure forse anche lui, in un caso a me noto, cade nel tranello della moltitudine e si ferma alla parabola. Girolamo traduce tutto nella Bibbia tranne una parola che non riesce a capire come possa trovarsi lì. Si tratta di un termine tecnico, da Tribunale e si riferisce all’avvocato. “Questa parola comune a Gesù e allo Spirito, è Parakleitos. San Girolamo ha rinunciato a tradurla e l’ha semplicemente trasposta” (R.Girard). Sembrerebbe giustificato questo disagio di Girolamo. Il comportamento degli avvocati talvolta è spregiudicato oppure può capitare che condivida gli sbagli delle altre persone, aggravato dal fatto che dovrebbero invece difenderle. Poi questa qualificazione aveva già avuto una sua realizzazione e un riconoscimento storico. Non si trattava di nulla di nuovo. Ci sono sempre stati leggi e difensori, anche ai tempi dell’impero romano e anche prima. Senza dubbio è anche così. Ma le Scritture hanno una caratteristica particolare, evidenziata solo alla fine del secolo scorso: difendono le vittime che non sono facilmente visibili, le vittime nascoste. Come ha ricostruito una originale antropologia che si affermata a partire dagli anni Settanta con l’antropologo Girard (lo stesso mi ha messo in guardia da un’interpretazione d’elite della frase di Girolamo), mentre nei racconti mitici, come quelli presenti nella letteratura greca (ad es. Edipo), le vittime sono nascoste o colpevolizzate, nei racconti biblici sono evidenziate e difese. La difesa è opera di alcune persone che vengono animate dallo Spirito Paraclito, e si ergono come difensori. Come è stato meglio spiegato in altri post. E il messaggio si collega ad un possibile cambiamento che può avvenire in chi vede le vittime evidenziate dalle Scritture. Per il lettore delle Scritture che applica, come Girolamo sé stesso al testo e il testo a sé stesso può scattare una rivelazione: la possibilità di vedere la vittima, a partire da quella che anche lui stesso provoca. In questo modo chiunque avverta il bisogno di comunicazione e difesa della vittima e se ne prenda cura, portando con lei una croce non facile da portare, diventa Paraclito. E appartiene, ne sia o no consapevole ad un alto messaggio spirituale, spesso ignoto, sul piano antropologico, anche a coloro che lo annunciano o lo celebrano. In latino hostia è il nome per la parola vittima, l’ostia che, fatalità, è al centro anche dei riti cattolici. Difesa dal Paraclito (qui continua)
Per i giuristi: c’è la possibilità di comprendere l’importanza della loro attività, cogliendone il fondamento: essere paraclito, difensore anche al centro di una dinamica spirituale di alto significato, come Gesù e lo Spirito. Poi tra l’ideale e il reale ci sono difficoltà, zone grigie e di complessità (persone vittime per certi aspetti e carnefici per altri, in dinamiche diverse talvolta collegate da meccanismi di vendetta) e circostanze impeditive ma è importante cogliere la direzione verso cui andare.
E chiunque cerca di realizzare questa funzione può diventare un modello comportamentale ideale e, a tratti, incarnare il Paraclito.
temi: Caravaggio, Girolamo, traduzione, Paraclito, vittime
Giorni: 30 settembre (S.Girolamo) e momenti in cui non si avverte il fondamento del proprio lavoro, 9 agosto(S.Domenico)
Stato dello scritto: bozza
Video: serve un significato che sia importante per noi e gli altri. Qui la continuità con la filosofia stoica che è insieme momento rivelatore di una tensione umana e nuovo principio. Qui la filosofia è riflessa nei migliori film