Articoli, Possibilità

Salvador Dalì e la sua Ascensione (trasmissibile)

la possibile trasmissione di un’ esperienza di pienezza, 

anche con il Dante di Capograssi (2a parte)

Il dovere di ognuno è di lavorare perché le possibilità positive prevalgano sulle negative. E perciò per prima cosa, credere alla soluzione positiva del problema (G.Capograssi)

(aggiorn. 30 maggio 2022)

Sintesi della prima parte sull’Assunzione di Salvador Dalì il e il problema della trasmissione:  Si è visto nella prima parte di questa analisi dell’Ascensione di Salvador Dalì come dietro l’opera l’artista che  ha  elaborato una eccezionale  esperienza  di incontro con   la violenza umana e poi   una trasformazione nel modo di rapportarsi ad essa, con amore. Quindi ha illustrato nell’Ascensione questa esperienza di superamento della violenza, di distacco.

La  trasmissione dell’esperienza per Dalì è avvenuta  con il dipinto che noi possiamo cercare di comprendere.

Anche noi possiamo essere attraversati da queste esperienze ma non si può semplicemente  ripeterle per comunicarle agli altri.

Perché trasmettere e ripetere la propria esperienza

Perché ricordare una Grazia è riviverla. “Il ricordo di una grazia passata può essere una nuova grazia” (Julien Green citato dall’antropologo Renè  Girard nel suo discorso di  entrata nell’Accademia di Francia). Così l’infinito continua ad attraversarci. L’infinito nel finito (Cristina Campo), nella nostra esperienza è già una forma di arte interiore ma resta nella dimensione interiore della persona. Ma se si comunica diventa manifestazione della personalità, e l’arte è condivisa per il bene comune

Quale esperienza

La pienezza non è tanto la costruzione di un palcoscenico da protagonisti ma vivere  un fuoco interiore che ci attraversa.  Non sono solo idee

In una lettera alla fidanzata Giulia Giuseppe Capograssi ci mostra, con la visione di Dante come si caratterizza l’esperienza:

“Dante a differenza del filosofo… Tommaso… Bonaventura… Agostino… vede tutte le grandi idee che quelli videro non nella forma delle idee… ma nella viva forma della vita… coglie l’eterno e il divino… non lo separa dalle condizioni concrete… lo vede immerso in queste condizioni, piene di quella vita alla cui unità egli vuole arrivare”(29 aprile 1921)

Capograssi intravede già nella vita immanente i segni di una dimensione ulteriore.  Come mostra la sua riflessione sulla resurrezione

E anche Dalì mentre nella Crocifissione ha lo sguardo dall’alto nell’illustrare l’Ascensione è tra gli uomini con i piedi per terra, è nel basso della terra

Come iniziare a trasmettere un’esperienza?

1 Credere a esperienze di pienezza

Per Dalì la trasmissione è stata dipingere quel quadro. Persone più comuni possono partire dal discernere e credere di avere ricevuto qualcosa che dà un senso alla loro esistenza: amore, bellezza e verità, la ricezione  di  un fondamento ed un motore che sembra sostenere e muovere la vita. Si tratta di una pienezza trascendente, di un Divino che ci visita. Per chi rifletta sui misteri della Tradizione Cristo innesca dei processi interiori in cui, dentro un orizzonte finalmente infinito, anche al di là della morte,  si realizzano anche le persone che incontra. Tutti si possono sentire figli del Padre. Questa missione riguarda tutti. Si  parla di missione anche fuori dell’esperienza religiosa e spirituale. Si tratta di  quella pienezza a cui tendono sia il counseling (consulenza relazionale) sia la migliore comunicazione, anche emozionale  (come ad esempio quella che cerca di attuare, nella formazione,  con gli spezzoni dei film, Virginio di Maio con Filmatrix, esperienza che deve essere guidata e filtrata) sia una tendenza che sta assumendo sempre più rilevanza che è il minimalismo (concentrare l’attenzione sulle relazioni e solo sulle poche cose veramente importanti).  Una delle  novità di Cristo è che innesca dei processi di relazione in cui si salvano-realizzano anche gli altri, in particolare i più deboli, in modo che anche loro si sentano figli del Padre. Questa missione è interesse comune,  riguarda tutti. Ma prima di aver realizzato interamente la propria missione si dovrà sempre affrontare la croce e stare con i piedi per terra facendo solamente delle pause che potranno essere come piccole ascensioni, momenti di congiunzione al Padre,  guida nella missione.

  vedere una presenza mediatrice

Salvador Dalì per illustrare questa possibilità  mette nell’immagine dell’Ascensione anche Maria, Colei che gli fa sentire vicina la presenza del Dio che lo salva.

Nella vita Dalì  riconosce Maria in Gala, sua moglie e  rappresenta entrambe nell’Ascensione

 

 

 

 

 

Nella foto a fianco  foto i due sono sotto lo sguardo della Madonna di Dresda di Raffaello.  Accade anche a noi che alcune persone a noi prossime  raffigurino Maria, una figura di accoglienza per noi nella vita,  concretamente in modo diretto o indiretto.

 

Come ha fatto Maria a Cana ci vuole tatto, sensibilità e umiltà. Ognuno, anche il non credente, può incontrarla nelle figure che meglio  la rappresentano. Anche per questo ci guidi Lei o una analoga figura mediatrice, come, al di là dei diversi modi di intenderla,  Maria Ausiliatrice.

Maria si rende presente, ci fa intuire e sperimentare, è di aiuto, ausilio. Lo provano le sue lacrime, anche nell’immagine di Dalì.  Maria può essere considerata prova della resurrezione  anche con le sue dirette  apparizioni nello sguardo dalle persone più semplici, prova di una dimensione più alta, eterna dell’esistenza. È la vicinanza di Dio, (Padre/Madre secondo Giovanni Paolo I),   dentro la difficoltà,  l’ausilio che ci aiuta a restare, dentro le difficoltà  in sintonia con il  Padre. Su cosa possa voler dire la Parola di Dio o il  Padre per un non credente rinvio a questo link in cui si esplica il richiamo anche a valori condivisibili e costituzionali. 

3 vedere questa componente salvifica anche negli altri. Noi possiamo imparare a riconoscere una componente salvifica anche  vedendo  il divino nelle altre persone, non solo in quelle che ci attraggono ma anche in quelle più problematiche ma che hanno un particolare aspetto che possiamo riconoscere e valorizzare. Nel mistero dell’Ascensione il Divino sparisce dalla vista perché cerchiamo di trovarlo in noi stessi, negli altri e nella giusta relazione con loro. Una missione impossibile e, per questo in qualche modo, con la preparazione dell’esperienza di 9 giorni dopo (la Pentecoste), il Divino cercherà di accompagnare le persone…

Questa possibilità è il presupposto di una bella frase di Giuseppe Capograssi:

Il dovere di ognuno è di lavorare perché le possibilità positive prevalgano sulle negative. E perciò per prima cosa, credere alla soluzione positiva del problema (G.Capograssi)

Così “Gesù se ne va, ascende al cielo, ma al tempo stesso rimane con noi e ci accompagna” Con una missione da realizzare, con Maria e gli altri nello Spirito. Ma vedere solo il bene non basta. Bisogna avere una forza particolare per saper riconoscere i pericoli e, quando è necessario, opporsi al male. Come precisa Capograssi: 

E per seconda cosa, bisogna aver chiara l’idea della vera e reale situazione attuale dell’umanità, vedere i reali pericoli, e tutte le eventualità a cui l’attuale situazione dell’umanità può metter capo. E questa idea si può aver chiara, soprattutto guardando, non perdendo mai di vista, l’individuo, che alla fine è e resta il soggetto di tutta la vita, e che anche e soprattutto con le sue privazioni negazioni e variazioni è l’autore inconsapevole di tutte le variazioni della storia.(G.Capograssi)

Applicazioni: secondo questa lettura dell’Ascensione ci si può chiedere quale siano state le nostre esperienze di pienezza e  la nostra specifica missione (la nostra competenza) e se facciamo tutto il possibile per trasmettere la nostra esperienza, anche  giuridica agli altri. Per i giuristi, in questo senso, negli ultimi anni, si sono sviluppate le scuole di metodologia giuridica, materia entrata come insegnamento specifico nelle università.   Ma dovremo partire dai bisogni di coloro che sono destinatari del nostro servizio professionale: gli altri e questi hanno anzitutto problemi pratici.

In questo  modo si orientano  anche le  scuole legali: usano il metodo casistico che parte dalle situazioni e dalla volontà delle persone, senza perdere di vista, comunque, i principi che fondano le decisioni. Per consentire di applicare una soluzione sarà necessario che in qualche modo anche l’assistito condivida certi principi che diventano priorità.

Video: in questo filmato si mostra il realizzarsi di esperienze di pienezza mediante lo stupore, la creatività nel rapporto con la bellezza

 

Stato del post: bozza nascente derivata da un articolo unitario da cui dovrebbero derivare almeno 2o 3  parti