Articoli, Possibilità

119.In spazi limitati o nel caos il giusto minimalismo

L’essenziale : soluzioni di grandi architetti, giuristi e santi

 
 
 
Io potrei viver confinato in un guscio di noce, e tuttavia ritenermi signore di spazi infiniti (Shakespeare in Amleto)

Essere senza confini è… una conseguenza non delle dimensioni, ma della capacità dell’occhio di viaggiare liberamente (J. Pawson)

(agg 8 agosto  2023)

(agg. 7 novembre 2022) Vicino al mio studio c’è il capitello di San Gaetano con la statua e la pala del santo di Thiene. San Gaetano è raffigurato con la pelliccia nel dipinto*, era la sua veste da Protonotaio del Papa Giulio II a cui scriveva le lettere. Poi vista la situazione generale della Chiesa di quel tempo pensò di rinnovarla con il suo impegno personale, facendo un passo indietro verso l’essenziale.  Nella pala sulla penombra  c’è anche S.Antonio abate fondatore del monachesimo occidentale

I monaci hanno molto da dire ad una società liquida come la nostra dove è difficile sapere cosa si vuole veramente e si è circondati da troppe cose, oggetti, attività e informazioni spesso false. Ci ricordano il  “mono”: l’unico, il solo, il semplice per aiutarci  a capire la nostra cosa essenziale, il contributo che possiamo dare e  la superfluità di molte cose. Quello che i monaci mostrano di aver fatto solo dopo aver riconosciuto di averlo ricevuto

Il dipinto probabilmente dei primi dell’Ottocento raffigura il nobile Gaetano Thiene nella veste di protonotaio* del papa Giulio II, il papa che aveva incaricato Michelangelo ad affrescare la Cappella Sistina.  Già compiuti gli studi ecclesiastici Gaetano ha una visione di Maria con il bambino. Sulla destra del capitello si ritrova la statua donata negli anni Quaranta che raffigura Gaetano dopo la sua decisione, davanti ad una situazione degradata della Chiesa,  di servire Gesù e i poveri, Gesù nei poveri. E la statua mostra come Gaetano ha abbracciato la sua missione fedele ad un minimo Essenziale. La ricerca dell’essenziale accomuna grandi personalità. Anche il mio antropologo preferito, come il porcospino, ha un solo, lungo argomento (nel suo caso il tema del capro espiatorio). L’essenziale lo mostra poeticamente, nelle sue opere e nei suoi articoli, un grande maestro del minimalismo,  il grande architetto John Pawson. Qui un articolo esemplare nel suo magnifico journal, dedicato ai giardini di Kyoto. Qui sotto la mia libera traduzione che spero qualcuno migliori…

Finding limitless space in the gardens of Kyoto

Regardless of their scale, Kyoto’s gardens share a quality of space that serves as a reminder that one doesn’t need to be in a place like Yosemite to experience the feeling of inhabiting boundless landscape. Limitlessness is, as the writer Bruce Chatwin observed in his essay ‘Wabi’, a consequence not of scale, but of the eye’s ability to travel freely — ‘I once went to see a former pupil of Mies van der Rohe, who had put into effect the master’s dictum, “Less is more”. He lived in a spare one-room apartment in mid-town Manhattan. He was a very rich man. All his possessions he kept in cupboards — and amongst them was a cubist Picasso. I recall him saying that if you had to live in a crass, claustrophobic 20th century city; if, outside your door, you were bombarded by the demands of consumerism — “BUY ME! OBEY ME!” — the greatest of all luxuries was to be able to walk, unimpeded by furniture or pictures, around your own bare walls. For, no matter how small the room, providing your eye could travel freely around it, the space it contained was limitless. He was repeating, in effect, the premise underlying medieval monasticism that the monk, who sat in his cell, was free to travel everywhere’.

Trovare uno spazio illimitato nei giardini di Kyoto

“Indipendentemente dalla loro scala, i giardini di Kyoto condividono una qualità di spazio che serve a ricordare che uno non ha bisogno di essere in un posto come Yosemite per provare la sensazione di abitare in un ambiente sconfinato. Illimitatezza è, come lo scrittore Bruce Chatwin ha osservato nel suo saggio ‘Wabi’, una conseguenza non delle dimensioni, ma della capacità dell’occhio di viaggiare liberamente – ‘Io una volta mi sono recato a vedere un ex allievo di Mies van der Rohe, che aveva messo in pratica l’affermazione del maestro, “Less is more”. Viveva in un monolocale che aveva, in più, nel centro di Manhattan. Era un uomo molto ricco. Tutti i suoi beni li teneva in armadi – e fra loro c’era un quadro cubista di Picasso. Ricordo lui che mi diceva che se si dovesse vivere in una claustrofobica crassa città del ventesimo  secolo; se, fuori dalla porta, siete  bombardati dalle richieste del consumismo – “Comprami! Obbediscimi “- il più grande di tutti i lussi era poter camminare, senza ostacoli da mobili o immagini, in giro sulle proprie pareti nude. Perché, non importa quanto piccola è la stanza perché il tuo occhio ti dà la possibilità di viaggiare liberamente intorno ad essa e allora lo spazio che la contiene è senza limiti. Stava ripetendo, in effetti, la premessa di fondo del monachesimo medievale che il monaco, che sedeva nella sua cella, era libero di viaggiare in tutto il mondo”.

Non si tratta di rinunciare ma di essere afferrati da qualcosa che vale di più, se si possiede si è anche posseduti ma bisogna distinguere quello che, per noi,  ci afferra nel modo migliore, benevolo, ad esempio la verità che diventa libertà, l’amore che diventa servizio…

Applicazioni: minimalismo nell’abbigliamento e nell’arredamento, e più in generale è uno stile di vita per riuscire a trovare e dare l’essenziale. Come criterio di prudenza strumentale attraversa la letteratura, l’esperienza religiosa (in questo video al minuto 20 e ss https://www.youtube.com/watch?v=gbCEST-6lXE&t=1215s) e anche l’esperienza giuridica

Anche per il giurista in generale la soluzione più elegante è quella che prevede l’economia dei mezzi giuridici, il che implica un certo lavoro preparatorio. Ad un uso moderato delle parole invita anche Francesco Carnelutti: “Se vi è una ragione del discredito dell’avvocatura non è perché usano ma perché abusano della parola”. Qui un approfondimento sul silenzio. Nel silenzio si sviluppa una liberante immaginazione.

In certi casi vale il detto sartoriale ” mille misure , un taglio”. Poi ognuno può cercare di scegliere una nicchia e collaborare con altri quando è il caso. E sarebbe interessante, se possibile,  imparare da Giulio II  a scegliere o ad aiutare qualcuno a diventare  come  Michelangelo e Gaetano.

giorni: 17 gennaio:  S.Antonio abate; momenti in cui riscoprire l’essenziale; 11 luglio S.Benedetto; 7 agosto S.Gaetano; casi di calamità in cui si è chiusi a casa.

* lo abbiamo identificato in base ad una ricerca sulla base della pelliccia (da protonotaio papale, Gaetano scriveva le lettere di Giulio II, il papa di Michelangelo) e sui caratteri del volto presenti anche in altri ritratti. Tiepolo non solo ci aiuta a riconoscere l’uomo in pelliccia ma anche ci fornisce l’anello mancante tra l’immagine dell’uomo in pelliccia (tempo addietro era stato identificato con un superiore dei teatini, l’ordine fondato da Gaetano) e l’umile sacerdote rappresentato nella statua. Il protonotaio Gaetano da Thiene vede la Vergine con il bambino e nell’immagine di Tiepolo s. Giuseppe (l’uomo del sacrificio) lo cala verso Gaetano. Il bambino diventa la figura della Provvidenza  che S.Gaetano porta avanti tra i poveri.

stato: bozza sviluppata

possedere è essere posseduti (Brad Pitt-Tyler Durden  in Fight Club)

Video: contro il consumismo che consuma c’è un famoso film. Pur non condivisibile per alcuni aspetti violenti (lo è forse nel nome della catarsi, della purificazione a cui aspira) Fight club è qui riassunto in questo video, anche motivazionale. La lotta nella ricerca dell’essenziale  accomuna a S.Antonio Abate il fondatore del monachesimo orientale, Gaetano da Thiene, e Tyrrel Durden. Poi c’è modo e modo di farlo. N.B attenzione alle anticipazioni (spoilers)  per chi volesse vedere il film…



Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra e dissi gemendo: – Chi mai potrà scamparne? E udii una voce che mi disse: – l’umiltà. (S.Antonio abate)

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