da Lidl e Adidas ai resistenti principi del designer Porsche, del giurista Carl Schmitt, di Ignazio di Loyola
Questione di polso (pubblicità Porsche Design anni Ottanta)
(aggiornamento 31 luglio 2023)
Non sono riuscito ad apprezzare le sneakers della Lidl( nel 2020) perchè non mi piacciono i suoi colori, non mi piacciono nell’abbigliamento i colori forti, in particolare quel giallo dominante. Bisogna riconoscere che comunque la forma usata è quella delle migliori running shoes usate nel tempo libero. Poi sui colori molti apprezzano quelli vivaci, forse stremati dalla tediosa monotonia. Ma non so se, oggettivamente, alla lunga portabili. Al di là del marketing e del reselling il fenomeno indica due aspetti: il primo è un momento di dominante voglia di trasgressione. Si capisce: certe regole sono soffocanti, non oso dire di cattivo gusto. Poi il numero è limitato, la voglia di fare i soldi attrae operazioni speculative, a tutti i livelli. Tutti bravi a criticare il neo liberismo ma non a casa propria. Come rilevava Giuseppe Capograssi nella crisi. Comunque certi giochi possono essere anche divertenti… Forse è questa l’occasione di parlare di scarpe sportive di moda più resistenti e attraenti…
Sono un appassionato di scarpe sportive, penso di aver comprato dalle Sorelle Ramonda le prime Nike Wimbledon a Vicenza. Le comprai perché le usavano Connors e McEnroe, due grandi campioni entrati nella storia del tennis. Ma intuivo che quelle scarpe avevano anche un loro resistente contenuto estetico e fu un dramma quando sparirono da casa mia perché qualcuno non comprese anzitempo il valore del vintage. Qualcuno mi dirà che non dovrei parlare di queste piccolezze. Ma c’è modo e modo di parlarne. Peraltro la nostra società e il nostro modo di vivere propone insieme momenti di estrema piacevolezza e altri di disagio. È possibile coniugare insieme i due diversi momenti? In uno dei suoi celebri libri Dale Carnegie proponeva la soluzione di vivere in compartimenti stagni. Nel campo del lavoro si puó usare anche con la famosa tecnica del pomodoro che prescrive lavoro e fatica per 25 minuti e poi per 5 minuti svago e rilassamento. Non riguarda solo la giornata lavorativa ma anche in generale la nostra vita: si possono alternare momenti di pausa e momenti di concentrazione lavoro, fatica.
In questo post presento due momenti di pausa e di lavoro il primo riguarda il costume e qualcosa di trendy, una icona della moda. Il secondo riguarda la fatica dell’esistenza e la possibilità di ricorrere a forme talvolta sgradite ma che, prese con lo spirito giusto, in qualche modo aiutano a salvare la nostra vita.
- Pausa: avendo un certo interesse per il tennis e la moda considero qui una delle forme più diffuse e ideali di scarpe da tennis ora entrate nel campo dell’abbigliamento: le Stan Smith, il modello di Adidas più diffuso nel mondo. Viene portato in vari modi: qui. La scarpa, nella sua edizione originaria, essenziale e senza fronzoli inutili, durerà ancora a lungo. La sua forma ispira bellezza.
La scarpa nel 2020 è anche personalizzata da star e influencer come Stella McCartney. Introduce il motivo dei fori con una forma particolare: a stella appunto.
Ad alti livelli le si contrappone la sneaker firmata da Alexander McQueen.
L’Adidas particolare di Stella durerà meno, anche se l’entusiasmo femminile per le novità e la forza del marketing possono fare molto.
- Riflessioni, oltre la moda, sulla fatica verso qualcosa che non muore solamente: Da Smith a Schmitt. Superando l’ipnosi del costume dominante di Smith arrivo a più profonde, resistenti e propositive riflessioni.
Davanti alla sofferenza nella malattia dove trovare un resistente significato. Considero allora Carl Schmitt (1888-1985), uno dei massimi esponenti del pensiero politico e giuridico del XX secolo, ha commesso alcuni gravi errori ma è stato anche capace di visioni profonde frutto anche delle esperienze di illusione e prigionia della seconda guerra mondiale. Alle fine, come Oscar Wilde, ha scritto parole straordinarie:
“L’ultimo rifugio per un uomo tormentato da altri uomini è sempre una preghiera, una giaculatoria al Dio crocifisso. Nel tormento del dolore, noi lo riconosciamo, ed egli ci riconosce. Il nostro Dio non fu lapidato come ebreo da ebrei, né decapitato come romano da romani. Egli non poteva essere decapitato. Un capo nel senso giuridico egli non l’aveva più, perché non aveva più diritti. Morì la morte degli schiavi, la crocifissione, che un conquistatore straniero gli aveva irrogato.(C. SCHMITT,Ex captivitate salus. Esperienze degli anni 1945-47, Adelphi, Milano 1987, p. 63)
Dopo il cristianesimo la storia era stata cambiata. Come ha constatato un altro filosofo: “duemila anni e ancora nessun nuovo Dio!”. Oggi in molti rifiutano si parli di Dio, basterebbero, secondo loro, le regole del traffico. Ma Dio è veramente solo un limite? Perché un pensatore relativista e scettico come Gianni Vattimo si é avvicinato alla fede? Per chi é attento agli sviluppi del pensiero ci sono stati grandi mutamenti. 50 anni dopo Schmitt il grande antropologo del Novecento Renè Girard con una ampia riflessione che sottolinea l’unicità e la differenza del Dio cristiano oserà titolare una sua conferenza “Io prego Cristo crocifisso”. Qui si tratta di un’altra forma che unisce insieme Verità e amore. Si può parlare veramente della massima forma nel senso di Cristina Campo (citazione sotto). Condivide l’importanza di questa forma anche Natalia Ginzburg e il giurista Calamandrei.
Schmitt ci propone anche un’altra risorsa accessibile a tutti: la comunicazione con le altre persone anche quando le distanze ci separano (nella seconda parte di questa riflessione che un giorno pubblicheremo)
Conseguenze applicative: al di là delle scelte estetiche di ogni giorno dipendenti anche dal gusto personale, è possibile avere un fondamento piú resistente. Si può anche valutare le potenzialità di una visione tradizionale come punto di riferimento e orientamento, per evitare ogni relativismo. In ogni caso, per una civile convivenza, c’è bisogno nell’interesse di tutti di avere regole, punti stabili e valori per una civile convivenza, convergenti nei valori riconosciuti dalla nostra Costituzione.
Approfondimenti: è piacevole cavalcare le mode, essere trendy ma in certi momenti occorre andare controcorrente per riuscire ad amare, anche per riuscire a dare il proprio contributo originale e nuovo (al servizio di una mission) . Come diceva Chesterton il pesce vivo si distingue dal pesce morto in quanto va controcorrente.
C’è nella spiritualità di Sant’Ignazio un analogo elogio: il principio da utilizzare in certi momenti è quello di agere contra. La frase significa “agire contro” e si riferisce all’azione contro comportamenti che non danno vita e ci trattengono dalla libertà. Qui uno schema sulla sua spiritualità nei momenti di desolazione
Sono momenti difficili, si deve uscire dalla zona di confort, con pazienza, non si tratta di aspettarci qualcosa dagli altri ma di iniziare a dare, di creare quello che vorremmo trovare.
Anche grandi giuristi del Novecento come Capograssi e Carnelutti ci indicano dei modi per rendere affrontabile questo percorso. Quando ci sono strani fenomeni di mercato come il caso delle sneakers Lidl, incidenti o accidenti, desolazioni ricordiamo anche i fondamenti, i principi e i momenti migliori.
Così affermava il più grande designer di auto:
The importance of function over the form (Ferdinand Porsche)
E evidenziare l’importanza della funzione fa venire in mente un altra frase detta in altri tempi sempre dal religioso, mistico, fondatore di grandi compagnie: Scegli ora ciò che vorresti aver scelto in punto di morte (S.Ignazio di Loyola). Comincia pensando alla fine scriveva Stephen Covey. Per dare forma alla sostanza.Questo implica lotta.
Poi certa forma, come quella della Porsche 911, può comunicare e motivare meglio…
vale anche per certi orologi…
Resta il rischio della dipendenza estetica (esserne sempre all’altezza sarà difficile…) e la funzione crono è di regola inutilizzata, poi c’è l’ingombro…Resta il fatto che questi oggetti sia oggetto d’uso o no restano da contemplare per il notevole equilibrio di forma e funzione creato al loro tempo.
Poi nella loro bellezza, sviluppata funzionalmente nei modelli in titanio, ci ricordano, come una loro epica pubblicità degli anni Ottanta che nella vita occorre, nel movimento, anche fermezza perché c’è anche una questione di polso, di carattere, di fortezza sostenuta.
Allora cercando una sintesi costruttiva tra consumismo avanzato e tensione morale ecco un’immagine esplorativa che tiene conto della lotta tra il male e il bene per legare certi oggetti ad un ancoraggio morale Forse questo può essere lo sviluppo del legame tra scientificità ed emotività che ha sostenuto lo splendido design di Ferdinand Porsche.
C’è il peso di una ricercata tensione da affermare. Si tratta di cose comunque, l’essenziale sono le persone ma certi oggetti, specie quelli espressione di un minimalismo essenziale, costituiscono spesso la vitale staffetta da un tempo ad un altro. Qui un grande comunicatore ci riporta alla dimensione prevalentemente personale ideale per superare i momenti di deserto:
stato del post: bozza
giorni : 31 luglio S.Ignazio; più in generale questo passaggio dalla forma alla sostanza( senza rinnegarne l’importanza, il proimo impatto) mi pare adatto al martedì (un giorno dove il riposo prolungato è ancora lontano)ma per ogni momento di difficoltà è bene, come suggeriva il cantante Battiato, avere un centro di gravità permanente (che potrà anche essere diverso da quello qui riferito ma, forse, solo ad un diverso livello), non per vittimismo ma per evitare di scaricare altrove le proprie difficoltà.
“Poiché veramente ogni errore umano, poetico, spirituale, non è, in essenza, se non disattenzione. Chiedere a un uomo di non distrarsi mai, di sottrarre senza riposo all’equivoco dell’immaginazione, alla pigrizia dell’abitudine, all’ipnosi del costume, la sua facoltà di attenzione è chiedergli di attuare la sua massima forma”(Cristina Campo in Gli imperdonabili –Attenzione e poesia, p.117)