secondo Giulia (e l’avv. Capograssi) e il regista Malick. 3 videoclip
(agg. 6 gennaio 2021)
“Vivere bisogna, vivere è necessario, e vivere significa amare, e vivere significa lavorare, e vivere significa sperare… il buon anno succede al triste… agitato anno che rimarrà tra i più singolari della nostra vita… di dolori, di combattimenti, di prove, anno che ha provato le nostre anime… ma di cui tu hai già fatto l’elogio dicendo che (tu) sei uscita, dall’asprissima prova…, migliore“.
La frase è stata rivolta dal giurista e filosofo del diritto Giuseppe Capograssi, primo membro della Corte Costituzionale alla fidanzata Giulia Ravaglia nel Capodanno del 1924.
La frase rovescia il nostro modo abituale di pensare e ci fa capire che le difficoltà affrontate, anche se dure, ci possono rendere migliori.
Se qualcuno fosse interessato ad approfondire il significato di questa frase può vedere il film del 2016, Knight of Cups del grande regista Terrence Malick. Basta anche una scena
In un mondo bello, dorato e anche un po’ annoiato l’attore, il famoso Christian Bale, cerca la perla che dia un significato alla sua vita… qui il trailer:
FATHER: It seems you’re alone.You’re not. Even now, he’s taking your hand and guiding you
by a way you cannot see.If you are unhappy, you shouldn’t take it as a mark of God’s disfavour.
Just the contrary. It might be the very sign he loves you.He shows his love not by helping you avoid suffering, by sending you suffering… …by keeping you there.
To suffer binds you to something higher than yourself, higher than your own will.
It takes you from the world to find what lies beyond it. We are not only to endure patiently the troubles he sends.
We are to regard them as gifts. As gifts more precious than the happiness we wish for ourselves.
ed ecco la traduzione…..
in un modo che non puoi vedere.Se sei infelice, non dovresti prenderlo
come segno del disonore di Dio. Al contrario. Potrebbe essere il segno che ti ama.
Mostra il suo amore non aiutandoti ad evitare la sofferenza, mandandoti a soffrire … tenendoti lì.
Per soffrire ti lega a qualcosa di più alto di te, più alto della tua volontà.
Ti prende dal mondo per trovare cosa c’è oltre.
Non dobbiamo solo sopportare pazientemente i problemi che manda.
Dobbiamo considerarli come regali. Come doni più preziosi della felicità che desideriamo per noi stessi.
Incontrare una fede convinta può illuminare, per adesione o contrappunto, il proprio credo, qualunque esso sia. Viste le lungaggini, il problemi sanitari, il mondo digitale che ci ha resi impazienti credere nel diritto, da soli, è sempre più difficile. Lo hanno cercato Kelsen e Calamandrei e la loro eccezionalità (nell’elaborazione teorica e operativa) forse li ha aiutati a farlo. La fede confessionale di Capograssi e Malick aiuta il credente, ma giustamente interpretata nei suoi valori conseguenti può aiutare anche chi non lo è ad identificare i propri, come fu per i costituenti. Di questi tempi difficili per tutti valgono le parole di Heidegger”ormai solo un dio ci può salvare” riflettendo su cosa voglia dire la parola “dio”o Dio. Forse una nuova antropologia, un’arte sempre gravida di significato, uno sviluppo della filosofia del diritto può aiutare a cercare una fecondità reciproca tra diverse confessioni e professioni e scoprire meglio in cosa crediamo veramente, fondamento di significato per le pratiche di ogni giorno